Gatto “clandestino” a bordo, il treno ritarda di 30 secondi (ed è già un caso) [+COMMENTI]

Tutta colpa di un quattro zampe senza biglietto

 

Per il Giappone è il dramma dei drammi, per noi invece sarebbe una manna dal cielo. Parliamo della partenza in ritardo di “ben” 30 secondi di un treno. Sì, avete letto bene: 30 secondi, non 30 minuti. E di chi è la colpa di questo grave peccato? Di un passeggero indesiderato, non a due ma a quattro zampe. Il responsabile di tutto questo trambusto (perché nel Paese del Sol Levante se ne è fatto un gran parlare) è infatti un gattino bianco e arancione che ha deciso di infilarsi in una carrozza, alla ricerca di non si sa bene cosa.

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Vedendolo salire sprovvisto di biglietto, il capotreno si è sentito in dovere di farlo scendere. Il peloso però non collaborava di fronte al suo diniego e così ha dovuto prenderlo in braccio e gentilmente accompagnarlo di nuovo in banchina. Questa scenetta alla fine è costata un enorme ritardo di 30 secondi, in una nazione in cui la puntualità e la precisione sono di massima importanza, soprattutto per quanto riguarda i mezzi di trasporto.

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Le foto dell’accaduto sono diventate virali sui social

E così i responsabili della Kamaishi Line su cui viaggiava il treno superveloce sono dovuti correre ai ripari, annunciando il motivo seppur bizzarro di tutto questo tempo perso. Alla fine però i viaggiatori si sono mostrati comprensivi e non hanno protestato di fronte all’attesa. Il caso si è poi diffuso sui social quando l’utente @c61_20 ha pubblicato le foto dell’accaduto, con il suo post che ha totalizzato oltre 30.4 milioni di visualizzazioni ed è circolato anche all’estero.

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Come detto, questo tema è molto sentito in Giappone, tanto che c’è un precedente che ha fatto storia. Parliamo della volta in cui, nel 2021, il ritardo di appena un minuto provocato da un macchinista portò all’apertura di un’inchiesta che finì con una multa pari a 50 centesimi di euro. Una cifra simbolica, ma che non andò giù al diretto interessato che intentò un ricorso da 17.000 euro per danni morali a causa della pressione mediatica subìta.

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