Il genere del nascituro? Non è solo fortuna: cosa dice la Scienza

Età materna e genetica influenzano la probabilità di avere figli tutti dello stesso genere

 

La convinzione che il genere dei figli sia una questione di pura casualità sembra ormai superata. Un gruppo di ricercatori della Harvard T H Chan School of Public Health ha dimostrato che età materna e genetica influenzano la probabilità di avere figli tutti dello stesso genere. Lo studio, pubblicato su Science Advances, ha analizzato 146.065 gravidanze tra il 1956 e il 2015, dimostrando che alcune famiglie tendono a ripetere schemi simili di genere.

Secondo i dati, nelle famiglie con tre figlie femmine, la probabilità che il quarto figlio sia femmina sale al 58%, mettendo in discussione la tradizionale idea del 50/50. La genetica materna emerge quindi come fattore decisivo insieme all’età alla prima gravidanza, suggerendo che l’osservazione del “fiocco rosa o azzurro” non sia così casuale come si pensava.

Età materna e geni: il duo che conta per il genere dei figli

La ricerca ha evidenziato che una maggiore età materna alla prima gravidanza aumenta le probabilità di avere figli tutti dello stesso genere. In particolare, l’espressione del gene NSUN6 è associata a una maggiore probabilità di avere figlie femmine, mentre il gene TSHZ1 sembra spostare le probabilità verso figli maschi.

L’analisi ha preso in considerazione donne con almeno due parti singoli alle spalle, escludendo il sesso dell’ultimo nato per evitare interferenze dovute a decisioni riproduttive strategiche, come interrompere la gravidanza dopo aver avuto figli dello stesso genere. Questo ha permesso di isolare gli effetti biologici e genetici sul raggruppamento per genere.

Famiglie “a due teste”?

Le famiglie con più figli dello stesso genere sembrano quindi lanciare una moneta truccata, piuttosto che una perfettamente equilibrata. Il risultato è che alcune coppie potrebbero continuare a generare figli dello stesso genere per più gravidanze consecutive, indipendentemente dai loro desideri di bilanciare maschi e femmine.

Anche fattori paterni non considerati nello studio potrebbero avere un ruolo, così come decisioni legate alla tempistica delle gravidanze. L’osservazione dei pattern familiari mostra come la biologia e le scelte riproduttive interagiscano, creando un quadro più complesso del semplice lancio di moneta.

Implicazioni scientifiche e curiosità

Questo studio rappresenta un passo importante nella comprensione dei meccanismi che influenzano il genere dei nascituri. Età materna e genetica non solo spiegano alcune anomalie osservate nelle famiglie con figli tutti dello stesso genere, ma aprono nuove prospettive sulla riproduzione umana.

Per le coppie che sperano di avere figli di generi diversi, la consapevolezza di questi fattori è fondamentale. Non è più solo una questione di fortuna: il genere dei figli dipende da una combinazione di biologia, genetica e scelte riproduttive, trasformando la narrativa tradizionale del 50/50 in una realtà più sfumata e scientificamente fondata.

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Pianificare e capire il fenomeno

Conoscere l’influenza dell’età materna e dei geni specifici può aiutare le famiglie a gestire le aspettative e comprendere meglio i pattern di genere all’interno della propria discendenza. La ricerca di Harvard fornisce dati concreti su oltre 146.000 gravidanze, offrendo una prospettiva solida e scientifica su un tema spesso circondato da miti e credenze popolari. Insomma, il genere dei figli non è del tutto casuale e la scienza ci ricorda che anche le probabilità apparentemente equilibrate possono nascondere strategie naturali invisibili, con un tocco di ironia: non tutte le monete sono uguali e alcune sembrano decisamente truccate.

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