Genitori Millennials contro genitori Boomer: ecco come è cambiato il modo di educare

Le differenze tra generazioni di genitori sono sempre più evidenti, e non è solo una questione di ciabatte volanti o carote lesse nel piatto

 

I genitori di oggi non sono più quelli di una volta. Letteralmente. Se pensavate che la celebre frase “La mamma è sempre la mamma” fosse una garanzia di continuità educativa tra le generazioni, beh, ripensateci. Perché le mamme (e i papà) cambiano, eccome se cambiano. A confermarlo non sono solo gli psicologi o i pedagogisti da salotto, ma le risposte reali di tanti genitori raccolte in una community online, dove qualcuno ha fatto la domanda delle domande: “Cosa fai di diverso rispetto ai tuoi genitori?”.

A prendere la parola sono stati, principalmente, i genitori Millennials, quelli nati tra gli anni ’80 e ’90, che oggi si trovano a crescere figli in un mondo profondamente diverso rispetto a quello dei loro genitori, i cosiddetti Boomer. E quello che è emerso è un vero e proprio cambio di paradigma educativo. Ecco, punto per punto, quattro atteggiamenti che dimostrano come i genitori Millennials abbiano rivoluzionato l’arte (e la fatica) di crescere un figlio.

L’università non è più l’unica via per il successo 

Se per i Boomer un titolo di studio era il lasciapassare per un lavoro stabile, oggi i genitori Millennials guardano alla questione con maggiore flessibilità. Non sono più convinti che un percorso universitario lungo e tradizionale sia necessariamente la chiave del successo. Molti di loro hanno studiato per anni per poi ritrovarsi a fare un lavoro completamente diverso, spesso con un senso di frustrazione e insoddisfazione.

I Millennials, memori di queste esperienze, non vogliono imporre lo stesso modello ai propri figli. Al contrario, preferiscono sostenerli nel trovare la propria strada, senza pressioni né aspettative irrealistiche. L’idea è: meglio un figlio appassionato e felice in un mestiere manuale, che un laureato infelice con tre master appesi al muro e zero soddisfazioni in tasca.

Addio ciabatte volanti: i Millennials educano con il dialogo e non con le mani

La scena classica della mamma con la ciabatta in mano che rincorre il figlio per casa è ormai un cimelio del passato. Oggi le cose sono cambiate – e per fortuna. I genitori Millennials rifiutano ogni forma di violenza fisica, anche la più “innocente” sculacciata. Il modello educativo è cambiato: si privilegia il dialogo, la comprensione, il confronto.

Un utente ha raccontato, ad esempio, che quando perde la pazienza e alza la voce con il figlio, si ferma, riflette e poi si scusa. Perché anche i genitori possono sbagliare, ma l’importante è mostrarsi umani, coerenti e capaci di ammettere i propri errori. È un approccio che mette al centro il rispetto reciproco, anche tra adulto e bambino.

Libertà a tavola: i figli possono dire “no” a ciò che non amano

Ricordate le cene a base di carote lesse e cavolfiore, con la minaccia “Non ti alzi finché non hai finito”? Ecco, anche questo approccio appartiene al passato. I genitori Millennials sono molto più attenti al rapporto dei figli con il cibo. Non vogliono più forzare, obbligare o trasformare la tavola in un campo di battaglia.

Molti hanno ammesso di avere avuto, da piccoli, un rapporto difficile con l’alimentazione, spesso segnato da regole rigide e imposizioni che hanno lasciato strascichi anche in età adulta. Oggi, si cerca invece di ascoltare le preferenze dei bambini, rispettando i gusti – nei limiti del possibile – e promuovendo un rapporto sano e sereno con il cibo.

Genitori più consapevoli dei pericoli online: l’educazione digitale parte da piccoli

Ultimo ma non meno importante: l’approccio alla tecnologia. I Boomer, per ovvi motivi, non hanno avuto a che fare con tablet, app e social media durante l’infanzia dei loro figli. I Millennials sì. E proprio per questo sono molto più vigili sulla presenza online dei loro bambini. L’accesso alla rete avviene sempre prima e i rischi si moltiplicano: cyberbullismo, contenuti inappropriati, dipendenza da schermo.

I genitori di oggi non vogliono solo controllare, ma educare i propri figli a un uso consapevole della tecnologia. Non si tratta di demonizzare il digitale, ma di accompagnare i bambini in un percorso di alfabetizzazione che tenga conto dei pericoli e delle potenzialità. Una sfida impegnativa, certo, ma inevitabile.

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