Mi chiamo Roberto, ho 21 anni, e non reggo più mio padre!! Cioè lui crede che siamo ancora negli anni suoi, di quando era giovane, un milione di anni fa, e che trovare lavoro sia una stupidaggine!! Io lo ammetto dopo il diploma ho fatto tanti lavoretti ma non sono mai riuscito a trovare un lavoro fisso con la possibilità di continuare e di farmi un mestiere. Mio padre dice che questo è colpa mia perché come tutti i giovani non ho voglia di lavorare (parole sue!!). A dire il vero io penso che sarebbe meglio se imparo un mestiere e da un po’ penso di fare un corso da elettricista, ma non ho avuto modo di dirlo a mio padre perché so che poi si arrabbia!! E si lui pensa che non bisogna perdere tempo con lo studiare che tanto non serve e ci sono già tante persone che hanno studiato e sono senza lavoro.. per lui il lavoro è davvero tutto: c’è solo quello, è la sua vita.. lui lavorerebbe anche gratis, davvero!! Comunque dato che tra lavoretti e cose così non trovavo nulla mi ha trovato lui un colloquio per fare il fattorino in una ditta che conosce. Alla fine non è tanto diverso dalle cose che trovo io e durano nulla ma al colloquio sono andato per farlo contento.
Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!
Il nostro fan Roberto, 21 anni, ha voluto raccontare la sua situazione familiare e lavorativa, evidenziando un rapporto piuttosto difficile con il padre. Secondo quanto riferisce, il padre ha una visione del lavoro profondamente legata al passato, ai suoi tempi giovanili, e sembra non riuscire ad accettare la realtà attuale, molto più complessa e incerta, soprattutto per i giovani.
Dopo il diploma, il nostro follower ha svolto diversi lavoretti, cercando in tutti i modi una stabilità, ma senza mai riuscire a trovare un impiego fisso che gli permettesse di costruirsi un vero mestiere. Questa situazione, invece di suscitare comprensione, ha portato il padre a criticarlo duramente, accusandolo – come racconta lui stesso – di non avere voglia di lavorare, in linea con lo stereotipo che, secondo il genitore, riguarda l’intera generazione più giovane.
Il desiderio di Roberto, però, è ben diverso: da tempo sta pensando di intraprendere un corso da elettricista per imparare un mestiere vero e proprio, ma confessa di non avere ancora avuto il coraggio di parlarne con il padre. Il motivo? Teme la sua reazione, sapendo che per lui lo studio è una perdita di tempo. Il padre, infatti, è convinto che il lavoro manuale e immediato sia l’unica strada valida, mentre lo studio, a suo dire, non garantisce alcun futuro, visto che “ci sono già tante persone laureate senza lavoro”.
L’immagine che emerge del padre è quella di un uomo per cui il lavoro rappresenta tutto: un valore assoluto, al punto da essere disposto a lavorare anche senza compenso. Un approccio che il nostro amico fatica a condividere, sentendosi sempre più sotto pressione. E proprio per evitare uno scontro diretto, ha deciso di accettare un colloquio per un posto da fattorino, organizzato dal padre attraverso una ditta di sua conoscenza. Una proposta non molto diversa da altri impieghi temporanei già svolti, ma che ha accettato solo per non deluderlo.
Share