Nelle antiche Hawaii le piume rosse erano più preziose dell’oro

Le piume di due uccelli locali avevano un valore molto alto nella vita religiosa e cerimoniale degli antichi hawaiani

 

Dalle monete dell’Impero Romano ai tesori di giada dell’antica Cina, ogni cultura ha avuto in passato le proprie valute di scambio e i simboli di ricchezza. Non in tutti paesi però metalli e pietre preziose hanno rappresentato un valore assoluto. Nelle antiche Hawaii le piume rosse di alcuni uccelli locali erano considerate più preziose dell’oro.

Le piume simbolo di potere

L’iwii (il drepanide scarlatto) e l’apapane, con il loro piumaggio rosso avevano un valore molto alto nella vita religiosa e cerimoniale degli antichi hawaiani.

Le piume rosse, simbolo degli dei e dei capi di alto rango, erano finemente lavorate per realizzare mantelli, elmi e altre insegne.  Questi oggetti, conosciuti come “ahu ula” (mantelli piumati) e “mahiole” (elmi piumati), non erano solo visivamente sorprendenti: rappresentavano il potere, la divinità e la gerarchia della società hawaiana. Un singolo “ahu ula” poteva richiedere piume di migliaia di uccelli, e da qui l’inestimabile valore dei manufatti.

In una società in cui il rango personale e il lignaggio erano tenuti in grande considerazione, possedere e indossare un indumento piumato era la massima espressione del prestigio. Non era raro che si combattessero battaglie per questi tesori e che i governanti li donassero come pegno di buona volontà.

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Quando i primi esploratori arrivarono alle Hawaii alla fine del XVII secolo rimasero esterrefatti che per gli indigeni l’oro non avesse alcun valore rispetto alle piume rosse. Si narra che il capitano James Cook, il famoso esploratore britannico, abbia presentato doni in oro e argento ai capi hawaiani ricevendo in risposta un limitato interesse. Gli scambi commerciali erano invece dominati dalle piume rosse, con gli esploratori europei che offrivano armi e oggetti vari per avere in cambio i capolavori piumati.

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