L’Himalaya è diventato più alto: ecco cosa ha scoperta una nuova ricerca

Una scoperta resa possibile dall’analisi delle rocce sedimentarie

 

Ricerche recenti hanno rivoluzionato la nostra comprensione sull’origine delle maestose montagne dell’Himalaya. Contrariamente alla teoria precedentemente accettata, che attribuiva l’altezza di queste vette alla collisione delle placche tettoniche, si è scoperto che le montagne erano già notevolmente alte, circa 3,5 km, prima dell’evento tettonico. Questo dato corrisponde al 60% dell’altezza attuale e sfida le convinzioni consolidate sulla formazione delle catene montuose.

La svolta nella nostra comprensione proviene dall’analisi delle rocce sedimentarie, che ha rivelato che l’Himalaya aveva raggiunto un’importante altitudine ancor prima dell’imponente collisione tettonica. Daniel Ibarra della Brown University, autore dello studio, ha dichiarato: “Questo studio confuta l’idea che sia necessaria una massiccia collisione tettonica su scala continentale per generare l’innalzamento richiesto per creare le altitudini dell’Himalaya”.

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Si tratta di una scoperta molto importante: ecco per quale motivo

Le implicazioni di questa scoperta vanno ben oltre la geologia. L’ambientazione preesistente delle montagne ha rilevanza per gli ecosistemi circostanti e, di conseguenza, per il clima. Le montagne influenzano significativamente la vita vegetale e animale nelle regioni limitrofe. Questa nuova prospettiva è fondamentale anche per la comprensione dei cambiamenti climatici. La formazione e la struttura delle montagne, ora riconosciute come precoci nella storia dell’Himalaya, svolgono un ruolo essenziale nella modellazione del clima globale. Le parole di Ibarra suggeriscono che il campo della geologia potrebbe esplorare nuove direzioni alla luce di questa scoperta. Questa ricerca non solo sfida le teorie consolidate, ma apre nuovi orizzonti per ulteriori indagini sulla formazione delle montagne e il loro impatto su clima e ambiente.

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