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I gatti hanno l’abitudine di portare a casa topi, lucertole e altri piccoli animali catturati. L’istinto è quello di mettere le prede al sicuro nel proprio territorio per poi nutrirsene quando hanno fame. Ci sono però diversi casi registrati in tutto il mondo di gatti che rubano oggetti vari e li portano a casa.
Un recente episodio, che ha attirato l’attenzione dei media internazionali, accade a Filigrana, in Spagna, dove una mamma gatta con i suoi due cuccioli ruba decine di oggetti che trovano in giro nel quartiere (circa un centinaio al mese), tra cui mutande, calzini, guanti, giocattoli di piccole dimensioni, utensili da cucina, portandoli a casa e creando scompiglio tra i residenti, oltre che imbarazzo per la padrona Rachel Womack.
L’episodio non è isolato. In gran Bretagna, a Bristol, il clepto-gatto più famoso è Charlie, che si è conquistato la popolarità per i tanti oggetti che porta quotidianamente a casa. In California, Dusty il gatto è diventato una star locale per i suoi oltre 600 furti documentati.
Il fenomeno ha attirato l’attenzione di Auke-Florian Hiemstra, biologo presso il Naturalis Biodiversity Center, nei Paesi Bassi, che ha avviato uno studio sistematico per comprendere le cause dietro questo comportamento insolito.
Gli scienziati stanno cercando di capire perché gli animali scelgano oggetti artificiali invece delle tradizionali prede animali. Hiemstra sottolinea che molti dei gatti osservati rubano più oggetti artificiali che animali, e che le loro “collezioni” possono essere anche molto vaste e varie.
Il comportamento ha portato a formulare diverse ipotesi. Potrebbe trattarsi di un’estensione del comportamento predatorio, con i gatti che vedono gli oggetti come prede surrogate, poiché portarli a casa e lasciarli sul pavimento è un comportamento simile a quello osservato con animali cacciati.
Potrebbe anche trattarsi di una stimolazione sensoriale: alcuni oggetti, come quelli di plastica o con odori forti, potrebbero stimolare il senso dell’olfatto o della vista, evocando una reazione istintiva.
Un’altra ipotesi è che sia un fenomeno dovuto alla ricerca di attenzioni del felino che, quando porta un oggetto a casa e riceve carezze o anche solo uno sguardo curioso, è possibile che venga rinforzato nel comportamento e incentivato a ripeterlo.
Il professor Daniel Mills, dell’Università di Lincoln, osserva che i gatti rispondono a stimoli semplici, e che piccoli movimenti o caratteristiche sensoriali particolari possono attivare il loro istinto predatorio. La dottoressa Claudia Vinke dell’Università di Utrecht aggiunge che il comportamento non è legato a un desiderio consapevole di offrire un dono, come spesso i proprietari interpretano, ma piuttosto a un processo di apprendimento e associazione.
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L’obiettivo dei ricercatori è raccogliere documentazione fotografica e testimonianze da tutto il mondo per analizzare schemi comuni e contribuire alla comprensione etologica di questo comportamento.
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