I genitori iperprotettivi mandano in tilt il benessere emotivo dei figli adulti rendendoli ansiosi ed emotivi

Genitori iperprotettivi: amore o ansiolitico naturale al contrario?

 

La felicità non si compra, ma si costruisce. E spesso le fondamenta partono da mamma e papà. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Psychology, il benessere psicologico dei giovani adulti italiani è influenzato – guarda un po’ – proprio dal tipo di relazione avuta con i genitori. Sì, perché se da piccoli venivamo seguiti come pacchi Amazon tracciati minuto per minuto, oggi potremmo essere più inclini a vivere con l’ansia come coinquilina.

I ricercatori hanno coinvolto 369 giovani italiani con un’età media di 22 anni. Hanno analizzato i loro ricordi legati alla genitorialità ricevuta e li hanno messi in relazione con il livello di ansia, rabbia e soddisfazione di vita attuale. La diagnosi? Genitori troppo presenti, ma nel modo sbagliato, rischiano di creare adulti insicuri, nervosi e perennemente sull’orlo di una crisi di nervi.

Iperprotezione genitoriale e ansia nei giovani adulti

Quando i genitori si trasformano in bodyguard emotivi, controllando ogni passo del figlio, l’intento è spesso positivo. Ma il risultato può essere controproducente. Secondo lo studio, l’iperprotezione, sia materna che paterna, alimenta una spirale di ansia che, con il tempo, mina la serenità quotidiana e abbassa la soddisfazione di vita. Perché se da bambini tutto viene deciso per noi, da adulti anche scegliere tra due tipi di pasta può diventare fonte di stress.

Curioso notare che l’ansia non colpisce a caso: l’iperprotezione paterna è stata collegata quasi esclusivamente all’aumento di ansia, mentre quella materna ha mostrato di influire sia sull’ansia che sulla rabbia. In pratica, se papà soffoca, tremi. Se mamma soffoca, oltre a tremare, urli anche.

Cura affettiva e benessere emotivo

Ma non tutti i genitori sono degli agenti del controllo. Alcuni, miracolosamente, riescono ad amare senza invadere. E quei figli, cresciuti con cura autentica e ascolto sincero, dimostrano una capacità maggiore di gestire la rabbia e provano una soddisfazione di vita più alta. Il supporto emotivo diventa, così, una sorta di palestra affettiva: meno pugni al muro, più resilienza quotidiana.

La rabbia è un’altra grande protagonista di questo quadro psicologico. I giovani adulti che hanno ricevuto affetto stabile e coerente mostrano una gestione più sana di questa emozione. Al contrario, chi è stato cresciuto a colpi di controllo e “so io cosa è meglio per te”, tende a esplodere più facilmente. E no, non solo con i genitori.

Stile genitoriale e qualità della vita futura

Il bello è che il legame genitoriale non è scolpito nella pietra. Anche da adulti, un rapporto più consapevole con mamma e papà può migliorare l’equilibrio emotivo. Il problema, però, resta alla radice: spesso, i genitori confondono l’affetto con la supervisione costante. Ma l’amore, lo dice anche la scienza, non ha bisogno di controllo per essere efficace. Questa ricerca offre un’opportunità per ripensare al modo in cui cresciamo i figli. Perché non basta essere presenti: bisogna esserlo nel modo giusto. La differenza tra “ti proteggo” e “ti controllo” può sembrare sottile, ma ha conseguenze importanti sul lungo periodo.

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E se crescere figli felici è il vero obiettivo, forse vale la pena mettere da parte il telecomando del controllo e investire, finalmente, in una buona connessione emotiva. In fondo, l’adulto ansioso e arrabbiato di oggi è spesso il bambino eccessivamente guidato di ieri. E anche se non esiste il genitore perfetto, esiste di sicuro quello che impara a fare un passo indietro al momento giusto. Perché, come dimostra questo studio, l’equilibrio emotivo non nasce dal “faccio tutto io”, ma dal “ti ascolto e ci sono, senza soffocarti”.

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