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Se pensavate che il mistero più grande del mare fosse il mostro di Loch Ness, preparatevi a un’ipotesi decisamente più spaziale. Un gruppo di 33 scienziati ha pubblicato uno studio su Progress in Biophysics and Molecular Biology suggerendo che i polpi potrebbero avere origini non proprio terrestri.
No, non è uno scherzo da bar, ma una vera ipotesi discussa nel mondo scientifico: gli antenati di queste creature potrebbero essere giunti sulla Terra trasportati da comete ghiacciate, una sorta di delivery cosmico diretto dagli angoli remoti dell’universo.
A rendere plausibile – o perlomeno curiosa – questa teoria è la straordinaria complessità del genoma del polpo. Parliamo di un codice genetico che include oltre 33.000 proteine, superando persino quello dell’Homo Sapiens. Se pensavate che i polpi fossero solo molluschi un po’ strani, questo dato potrebbe farvi riconsiderare tutto.
Lo studio sottolinea anche un dettaglio interessante: i geni che hanno generato animali come calamari e seppie, partendo dal Nautilus, non assomigliano affatto a quelli di altre specie conosciute. Per alcuni scienziati, questo salto evolutivo non è spiegabile solo con la selezione naturale.
Secondo questa visione, l’evoluzione del polpo potrebbe essere stata “interrotta” o “potenziata” da un’iniezione genetica aliena. Forse i loro antenati si trovavano in uno stato di ibernazione su una cometa, che poi ha raggiunto il nostro pianeta miliardi di anni fa.
Certo, l’idea dei polpi spaziali suona come il trailer di un film di fantascienza, ma a ben vedere, chi può davvero escluderlo con certezza assoluta? In fondo, parliamo di animali con un’intelligenza notevole, un sistema nervoso distribuito, occhi che sembrano obiettivi e una capacità di mimetizzazione che sfida ogni logica biologica.
Ovviamente, non tutti gli scienziati sono convinti. Molti definiscono questa teoria una provocazione interessante, ma scarsamente supportata da prove solide. Secondo i critici, il fatto che qualcosa sia strano non significa necessariamente che venga da Marte.
Tuttavia, la teoria ha il merito di riaccendere l’interesse sull’evoluzione di specie come i cefalopodi, creature che continuano a stupire per complessità e capacità cognitive. Che siano alieni o no, i polpi restano tra gli animali più affascinanti e meno compresi del pianeta.
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Insomma, nessuno ha trovato resti di navicelle tra i coralli né messaggi interstellari incisi nei tentacoli, ma la questione rimane sul tavolo della discussione scientifica. Questa teoria può sembrare ardita, ma ha il pregio di spingerci a guardare con occhi nuovi alle meraviglie della natura. E magari anche a non sottovalutare la prossima volta che un polpo ci fissa dritto negli occhi dall’acquario. Potrebbe saperne più di quanto immaginiamo.
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