I tre modi in cui le donne raggiungono il climax: c’è anche il “vulcano”

Gli scienziati hanno definito tre modi con i quali le donne raggiungono l’apice del piacere

 

Per le donne non è così semplice raggiungere l’apice del piacere in camera da letto. Non basta “far passare del tempo”, ma sono necessari: un certo coinvolgimento emotivo, specifiche posizioni e condizioni circostanti da non sottovalutare. È infatti nota la teoria del genere femminile che spesso riesce a “fingere” durante i momenti intimi sotto le lenzuola. Nonostante ogni donna sia differente e abbia gusti e desideri diversi dall’altra, tutte hanno gli stessi modi di raggiungere il piacere.

O meglio, gli scienziati ne hanno delineati tre con l’aiuto di un giocattolo per adulti intelligente capace di monitorare le vibrazioni del pavimento pelvico durante il climax femminile. La tipologia più comune è stata definita “l’onda”, che si ha quando la donna “sta sopra” a cavalcioni e si genera in lei una successione di piacevoli flussi e riflussi. Meno frequente è la più potente “valanga”, un “torrente” di forti contrazioni che gradualmente si fanno sempre meno intense.

Il modo più raro per arrivare al massimo del godimento è il “vulcano”

Ma il modo più raro con il quale le donne raggiungono l’apice del piacere, è il “vulcano”, ovvero l’iconico momento Krakatoa simulato da Meg Ryan nella romcom di When Harry Met Sally del 1989. Il professor James Pfaus, dell’Università Carlo di Praga, ha spiegato che i nomi dati alle diverse tipologie, descrivono il movimento che fa il pavimento pelvico nell’accumulare o rilasciare tensione durante l’atto. Per la realizzazione dell’esperimento, circa 54 volontarie partecipanti hanno utilizzato un giochino per adulti collegato tramite Bluetooth chiamato Lioness che fornisce un feedback istantaneo del livello di piacere provato.

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Il professor Pfaus ha spiegato che il dispositivo può aiutare milioni di donne che “lottano” per raggiungere il climax, spesso con scarsi risultati:Funziona letteralmente ‘nelle mani del cliente’ e non richiede un monitoraggio costante da parte di un terapeuta. La sensazione di un maggiore controllo personale spesso porta le persone a essere in grado di lasciarsi andare e raggiungere il massimo godimento”.

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