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Cosa c’è di più innocente di un cubetto di ghiaccio nel tuo bicchiere di cola? A quanto pare, parecchie cose. Secondo un curioso esperimento scientifico condotto da una studentessa americana, il ghiaccio dei fast food potrebbe essere più sporco dell’acqua del bagno. No, non è una provocazione: è una conclusione supportata da test di laboratorio.
Jasmine Roberts, una giovane studentessa di 12 anni della Florida, ha pensato bene di confrontare la pulizia del ghiaccio servito nei fast food con quella dell’acqua prelevata direttamente dai WC degli stessi locali. Il risultato? In sette casi su dieci, il ghiaccio risultava più contaminato. E non si parla di qualche innocuo microbo, ma di batteri potenzialmente pericolosi come l’E. coli.
La mini-ricercatrice ha raccolto campioni da cinque ristoranti diversi, sia dai distributori self-service che dai drive-thru. Poi ha prelevato campioni di acqua dal water e ha fatto analizzare tutto presso un laboratorio dell’Università del South Florida. I risultati hanno lasciato poco spazio all’immaginazione: mentre l’acqua del bagno era sorprendentemente pulita, il ghiaccio conteneva spesso batteri che, in teoria, non dovrebbero mai finire in un bicchiere.
Secondo gli esperti, il problema sta nell’igiene delle macchine per il ghiaccio e nel fatto che spesso vengono usate mani non lavate per maneggiare i cubetti. A differenza dell’acqua del water, che proviene da fonti municipali trattate, i distributori di ghiaccio vengono puliti raramente, e questo crea un terreno fertile per la proliferazione batterica.
Potrà suonare assurdo, ma l’acqua che scorre nei nostri bagni ha più garanzie igieniche di quella conservata nei contenitori dei fast food. L’acqua dei WC arriva da impianti idrici regolamentati, mentre le macchine del ghiaccio spesso accumulano sporco e residui. A questo si aggiunge la “variabile umana”: scoop usati con mani non lavate o semplicemente contaminati dall’ambiente circostante.
Il batterio E. coli, trovato in alcuni campioni di ghiaccio, è un indicatore della presenza di materia fecale. Sì, hai letto bene. Se stai sorseggiando una bibita ghiacciata da un fast food in questo momento, forse è il caso di lasciare il bicchiere da parte. Almeno per un attimo.
Jasmine non si aspettava tutto questo clamore. Il progetto era partito come un semplice esperimento ispirato da un articolo sui problemi dell’acqua sugli aerei. Poi ha pensato: se tutti i suoi amici masticano il ghiaccio dei fast food, magari vale la pena analizzarlo. E così è iniziato tutto.
Il risultato? Un esperimento premiato, una lezione di scienza per adulti disattenti e una rivelazione non proprio appetitosa. Anche il fratello maggiore di Jasmine, veterano delle fiere scientifiche, ha appoggiato con entusiasmo il lavoro della sorella minore. Diciamo che in famiglia la curiosità scientifica non manca.
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Questo studio casalingo ma accurato è servito da campanello d’allarme. Non c’è motivo di farsi prendere dal panico, ma forse è il caso di guardare il ghiaccio con un pizzico di diffidenza in più. Al prossimo bicchiere frizzante al fast food, potresti chiederti se non sia meglio rinunciare ai cubetti. In fondo, come ha dimostrato una dodicenne con un esperimento ben pensato, non sempre ciò che è trasparente è anche pulito.
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