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In genere quando ci si trova a qualche evento insieme ad altre persone perlopiù sconosciute, la preoccupazione principale è quella di fare conoscenza e lasciare nell’altro una buona impressione. In particolar modo, le persone più timide e introverse hanno maggiore difficoltà a chiacchierare con qualcuno che si conosce da poco.
Uno studio realizzato dall’Università di Harvard ha analizzato l’approccio tra individui sconosciuti e le dinamiche che si innescano affinché un incontro possa risultare gradevole e interessante.
I ricercatori hanno scoperto che quando ci si avvicina a qualcuno, fare una domanda e poi altre due di approfondimento aiuta a risultare più simpatici. «Le persone che pongono più domande, in particolare quelle di approfondimento, sono più apprezzate dai loro interlocutori» scrivono i ricercatori nell’articolo pubblicato su Journal of Personality and Social Psychology.
La tecnica può essere considerata di facile approccio anche per le persone timide che non sono interessate ad impressionare gli altri parlando a lungo di sé. Secondo la ricerca, quando si incontra qualcuno di nuovo ad una festa, la cosa importante è avvicinarsi e cominciare il discorso con una domanda interessante e poi farne seguire altre due in cui si chiedono chiarimenti o ulteriori dettagli su ciò che l’interlocutore ha detto. «È facile da fare e, ancora meglio, non richiede quasi nessuna preparazione», ha affermato Alison Wood Brooks, professoressa associata presso la Harvard Business School e coautrice dello studio.
Le persone amano chi fa domande di approfondimento non solo perché amano parlare di sé ma perché questo rivela che l’interlocutore sta ascoltando attivamente e presta attenzione a quello che viene detto.
I risultati contrastano la strategia che molti usano quando incontrano qualcuno per la prima volta, che sia a un appuntamento al buio o a un evento di networking, concentrandosi su se stessi per impressionare chi si ha di fronte. «Reindirizzare l’argomento della conversazione su di sè, vantarsi, millantare o dominare la conversazione, tende a diminuire il gradimento» aggiungono i ricercatori.
È un concetto piuttosto semplice: alle persone piace parlare di sé e se glielo permetti, ti apprezzeranno di più. «Rispetto a chi non fa molte domande, le persone che lo fanno apprendono più informazioni dai loro interlocutori». Uno degli studi citati dagli autori si è concentrato sugli appuntamenti online e ha scoperto che porre domande di approfondimento significava una maggiore possibilità di ottenere un secondo appuntamento. Tuttavia la regola delle tre domande per funzionare deve avere delle caratteristiche ben precise: le domande devono essere poste in maniera tale da far nascere una conversazione e non un interrogatorio.
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Fare domande a raffica senza dire nulla di se stessi può risultare molesto e invadente. In una conversazione con qualcuno appena conosciuto non si può lasciar parlare solo l’interlocutore. Secondo le ricerche il rapporto perfetto 43:57. Si parla per il 43% e si ascolta per il 57%. L’obiettivo è far pensare al proprio interlocutore e nuovo amico «Wow, quella persona mi capisce davvero» al termine della conversazione.
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