In che modo i dispositivi e gli elettrodomestici intelligenti ci spiano?

Gadget intelligenti connessi ad Internet spierebbero gli utenti rilasciando i loro dati sensibili

 

Ti capita spesso di sentirti costantemente spiato tra le mura domestiche pur essendo completamente solo? Secondo alcuni esperti, a controllarti meticolosamente sarebbero alcuni dispositivi intelligenti che tu, da buon amante dell’alta tecnologia, hai acquistato per arredare la tua casa. Un po’ come “invitare” uno o più agenti 007 sotto copertura con il compito di registrare tutto ciò che pronunci mentre ti trovi comodamente nel tuo appartamento.

Grazie agli innovativi balzi in avanti che ha effettuato l’ambito tecnologico negli ultimi anni, molti elettrodomestici di ultima generazione sono costantemente connessi ad Internet. Gran parte della nostra quotidianità non può fare altro che sottostare a questa perenne connessione interattiva Ci sono miliardi di gadget che percepiscono ogni aspetto della nostra giornata. Questi ultimi sono ovunque e talvolta sotto i nostri occhi: all’interno della TV, del frigorifero, dell’auto e dell’ufficio e comunicano costantemente informazioni private su Internet.

Come fuorviare la violazione della privacy?

Pur facilitando la vita dell’individuo, questi dispositivi sono però costati cari in termini di privacy e d’invadenza. Gli elettrodomestici intelligenti raccolgono una vasta gamma di dati dei loro detentori. Le telecamere di sicurezza e gli assistenti intelligenti come Google Home ed Alexa raccolgono incessantemente immagini ed audio sulla tua presenza e attività.

Allo stesso modo le smart TV utilizzano telecamere e microfoni per spiare gli utenti, le lampadine intelligenti tengono traccia del sonno e della frequenza cardiaca e gli aspirapolveri intelligenti riconoscono gli oggetti presenti tua casa mappandone ogni centimetro. Inoltre, alcuni router Wi-Fi possono raccogliere informazioni sulla posizione dei padroni di casa e persino coordinarsi con altri dispositivi intelligenti per rilevarne i movimenti corporei.

Dal canto loro, i produttori dei gadget “spia” assicurano che solo i sistemi decisionali automatizzati, e non gli esseri umani, visionano i dati degli utenti. La realtà, però, sembra ben diversa. Ad esempio, i dipendenti Amazon ascoltano alcune conversazioni con Alexa, trascrivendole ed annotandole prima di inserirle nei sistemi decisionali automatizzati. Per tutelarsi, alcuni fruitori di queste apparecchiature ultratecnologiche possono disattivare microfoni o, in alcuni casi, anche la connessione ad Internet per non permettere l’invio di dati sensibili sul web.

Leggi anche: I bracciali in realtà aumentata destinati a diventare i nuovi social

In aggiunta, anche i governi di tutto il mondo hanno introdotto leggi per proteggere la privacy ed offrire così alle persone un maggiore controllo sulle proprie informazioni. Alcuni esempi sono il Regolamento Generale Europeo sulla Protezione dei dati (GDPR) e il California Consumer Privacy Act (CCPA).

Share