In questa università è arrivato il primo professore avatar digitale in 3D [+VIDEO]

Un professore sempre disponibile? All’Insubria lo hanno fatto in 3D

 

All’Università dell’Insubria, la classica scusa “non ho capito la lezione” ha le ore contate. O meglio, ha un gemello digitale pronto a smentirla 24 ore su 24. Si chiama Davide Tosi, almeno nella sua versione umana. Ma oggi esiste anche la sua controparte in versione digitale, un vero e proprio professore avatar tridimensionale sviluppato per rispondere a ogni dubbio su Big Data e Intelligenza Artificiale.

Il progetto nasce nel laboratorio VARLab dell’Università di Bologna in collaborazione con l’Insubria, ed è il risultato di un lavoro condiviso tra docenti, ricercatori e studenti. La star dell’esperimento è proprio Tosi, titolare dell’insegnamento di Big Data e delegato all’AI: il suo avatar è una copia fedele in tutto e per tutto, dalla voce sintetizzata al movimento delle sopracciglia.

Professore avatar: quando l’intelligenza artificiale ha la faccia del docente

Il sistema si basa su un modello di intelligenza artificiale generativa, addestrato su contenuti didattici specifici del corso universitario. Così, lo studente può tranquillamente connettersi col portatile o lo smartphone e trovarsi davanti al suo professore virtuale, che risponde come se fosse in call, ma senza pause caffè né ritardi da traffico.

Chi si chiede che cosa siano i Big Data, può ottenere una risposta istantanea. Chi ha bisogno di una spiegazione su un algoritmo o su come si applica l’intelligenza artificiale nel settore sanitario, trova l’avatar sempre pronto. Magari non ti offre un abbraccio dopo un esame andato male, ma almeno spiega in modo coerente e senza sbagliare le date.

Intelligenza artificiale e didattica: il futuro si presenta in 3D

L’iniziativa non è solo una trovata tecnologica per stupire. Il digital twin del docente si inserisce perfettamente nel quadro di innovazione della didattica, offrendo supporto continuo agli studenti e valorizzando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei contesti accademici. Non si tratta di sostituire il professore, ma di moltiplicarne la disponibilità.

Del resto, lo stesso Tosi ha lavorato al progetto insieme al collega Gustavo Marfia dell’Università di Bologna, rendendo il tutto scientificamente solido. L’obiettivo è rispondere con precisione alle domande relative alle lezioni, e lo fa in modo aggiornato, coerente e senza mai chiedere ferie.

L’università entra nella realtà aumentata, e forse anche un po’ nella fantascienza

In un’epoca in cui si parla tanto di accesso all’istruzione e di strumenti didattici inclusivi, l’arrivo di un professore avatar rappresenta una svolta. Non solo perché è disponibile in qualsiasi momento, ma anche perché riduce le distanze tra teoria e pratica. Gli studenti possono consultare l’avatar in autonomia, consolidare i concetti affrontati in aula e approfondire in base alle proprie esigenze.

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Certo, l’avatar non ti corregge la grammatica delle email o ti ricorda che hai un compito in scadenza. Ma come supporto per l’apprendimento, è un alleato infallibile. E per i più distratti, sapere che c’è un professore digitale sempre pronto a ripetere la spiegazione può essere la svolta verso la tanto sospirata laurea.

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