Inaugurato un nuovo “Telefono del vento” per parlare con chi non c’è più

Il Telefono del vento a Spoleto: un luogo per ritrovare simbolicamente i propri cari

 

Nella frazione di Bazzano Inferiore, alle porte di Spoleto, è stato inaugurato il primo Telefono del vento dell’Umbria, un’iniziativa carica di significato nata per offrire conforto a chi affronta il dolore della perdita. L’installazione si trova su una collina silenziosa, immersa nella natura, dove è stata posizionata una vecchia cabina telefonica contenente un apparecchio scollegato. Questo telefono non serve per effettuare chiamate reali, ma rappresenta un ponte simbolico con chi non c’è più, un mezzo per dire ciò che non si è riusciti a esprimere in vita.

Il progetto è stato promosso dalla Fondazione Amen, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Si ispira a un’idea nata nel 2010 in Giappone, nella città di Otsuchi, dove Itaru Sasaki ha installato un telefono del vento per comunicare con un familiare defunto. Da allora il concetto si è diffuso in tutto il mondo, raggiungendo anche l’Italia, dove Spoleto è la quinta città ad accogliere questa installazione dopo Toscana, Piemonte, Veneto e Lombardia.

Il Telefono del vento: un’esperienza di raccoglimento e memoria

Il Telefono del vento di Spoleto è più di un semplice monumento. È un luogo che favorisce la riflessione, la memoria e l’elaborazione del lutto. Accanto alla cabina telefonica, i visitatori trovano un libro dove possono scrivere messaggi, pensieri o anche solo lasciare una traccia del proprio passaggio. In questo modo, l’esperienza assume anche una dimensione collettiva e terapeutica, unendo persone che condividono emozioni simili.

L’ideatore del progetto, Stefano Andreini, presidente della Fondazione Amen, ha raccontato di aver voluto portare il Telefono del vento a Spoleto ispirandosi a un episodio personale. Da bambino, dopo la perdita del nonno, trovava conforto nello scrivere lettere che poi bruciava, immaginando che le parole potessero arrivare al destinatario. Anni dopo, venuto a conoscenza dell’iniziativa giapponese, ha deciso di offrire un luogo simile anche nella sua terra.

Il Telefono del vento unisce introspezione e supporto

L’iniziativa non ha solo una valenza simbolica e personale, ma anche sociale. Se qualcuno, attraverso il libro accanto alla cabina, dovesse manifestare un disagio o una richiesta d’aiuto, la Fondazione Amen è pronta a intervenire con supporto psicologico gratuito. La collaborazione con professionisti della salute mentale permette di trasformare questo spazio in un punto di ascolto discreto e accessibile.

Il progetto ha vinto un bando indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e rientra tra le azioni volte a valorizzare forme innovative di turismo esperienziale. Infatti, il Telefono del vento di Bazzano Inferiore non è solo un luogo per chi vive nelle vicinanze, ma anche una nuova meta per chi visita l’Umbria in cerca di esperienze autentiche e significative.

Turismo esperienziale e benessere emotivo in Umbria

Questa installazione rappresenta un esempio concreto di come il turismo possa incontrare la dimensione personale e spirituale del viaggiatore. L’Umbria, già nota per la sua vocazione al turismo lento e consapevole, aggiunge così un tassello importante alla sua offerta. Il Telefono del vento diventa uno spazio di quiete e riconnessione interiore, aperto a tutti, senza limiti di età o religione.

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Chi si reca a Spoleto per scoprire il suo patrimonio artistico, le sue manifestazioni culturali o le bellezze naturali, può ora includere nel proprio itinerario anche un momento di introspezione. La visita al Telefono del vento non richiede prenotazioni né guide: basta il desiderio di ritagliarsi un istante per sé, per lasciare andare un pensiero, una parola, un ricordo. E magari, ritrovare un po’ di pace.

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