Fonte: Instagram
Quando si dice “volare alto con la tecnologia”, l’Istituto Italiano di Tecnologia ha preso la metafora un po’ troppo alla lettera. Il risultato? iRonCub3, un robot umanoide capace di staccarsi da terra e librarsi nell’aria. Non è una scena da film Marvel, ma un esperimento concreto e riuscito: il robot si è sollevato di 50 centimetri da terra, mantenendo la stabilità grazie a un sofisticato sistema di jet a propulsione e a una solida base di intelligenza artificiale.
Dietro questa impresa c’è più di un semplice esercizio di stile tecnologico. Il robot è dotato di quattro motori a reazione – due sulle braccia e due montati su uno zaino – che gli permettono di compiere brevi voli controllati. È stato progettato con una struttura in titanio resistente al calore e un sistema in grado di reggere temperature fino a 800 gradi, perché non si sa mai: un razzo può scaldare l’ambiente, anche quello di un laboratorio.
Ovviamente, far volare un robot umanoide non è come mandare in orbita un drone. Il corpo allungato e articolato dell’umanoide non aiuta per niente. Ecco perché l’équipe dell’IIT, insieme al Politecnico di Milano e alla Stanford University, ha studiato per due anni aerodinamica, termodinamica e modelli predittivi, facendo anche test in galleria del vento. Non proprio un passatempo da weekend.
Il laboratorio AMI (Artificial and Mechanical Intelligence), guidato da Daniele Pucci, ha lavorato sul software di controllo in grado di gestire sia le turbine ad alta velocità che i movimenti più lenti delle articolazioni. Il robot, insomma, deve avere la reattività di un razzo e la grazia di un ballerino, tutto allo stesso tempo.
L’AI non poteva mancare all’appello. Il team ha sviluppato modelli basati su reti neurali allenate con dati sperimentali e simulazioni avanzate di dinamica dei fluidi. In pratica, il robot calcola in tempo reale le forze aerodinamiche che agiscono sul suo corpo, decide dove andare e cerca di non cadere con stile. Missione non facile, ma per ora compiuta.
Il design del robot è frutto di un equilibrio tra la posizione delle turbine e la necessità di dissipare il calore. Tutto è studiato per garantire la stabilità anche in condizioni non ideali, come vento laterale o superfici sconnesse. Il primo test di volo è stato effettuato nei laboratori dell’IIT, ma le prove continueranno presso l’Aeroporto di Genova. Sì, avete letto bene: aeroporto. Per un robot.
Non si tratta di fantascienza, né di un nuovo giocattolo tecnologico. L’obiettivo è impiegare iRonCub3 in scenari di emergenza o esplorazione, dove un robot che vola potrebbe arrivare là dove l’uomo non può o non deve spingersi. Situazioni estreme, ambienti pericolosi, missioni di salvataggio: l’umanoide volante potrebbe diventare il nostro alleato nei luoghi più ostili.
Leggi anche: STAR1: il robot umanoide più veloce del mondo [+VIDEO]
Rispetto a un drone classico, iRonCub3 ha un livello di complessità molto più alto. Il suo corpo articolato e il centro di massa variabile richiedono un controllo molto più raffinato. Per questo motivo è stato necessario un approccio completamente nuovo nella progettazione, un “co-design” tra AI, meccanica e aerodinamica.
Share