Fonte: YouTube
Hai mai guardato la tua tazza di caffè pensando: “Manca qualcosa… tipo del formaggio”? Probabilmente no. Eppure, in alcune zone della Svezia del nord questa è una combinazione assolutamente normale. Si chiama kaffeost e non è uno scherzo, ma una vera e propria tradizione radicata tra le popolazioni del circolo polare artico.
La ricetta è semplice ma sorprendente: si prende una tazza di caffè fumante e ci si aggiungono dei cubetti di leipäjuusto, un formaggio noto anche come “pane di formaggio”, benché non ci sia traccia di pane. Il risultato? Una bevanda che sfida le logiche del palato, ma conquista per la sua dolcezza e cremosità.
Questo curioso rito caffeinomane non è nato per caso, ma ha origini pratiche. I Sami, popolo nomade del nord della Scandinavia, usavano il kaffeost durante i lunghi spostamenti tra i ghiacci. Il formaggio dava energia e sali minerali, il caffè forniva calore e una spinta al morale. Il tutto, naturalmente, senza la comodità delle capsule.
Il leipäjuusto ha una consistenza spugnosa, perfetta per assorbire il caffè e trasformarsi in una specie di dolcetto caldo e masticabile. Insomma, più che un drink, è un’esperienza sensoriale. Magari non da provare ogni mattina alle 7, ma di certo più originale del solito cappuccino tiepido.
La tradizione ha resistito al tempo, e oggi il kaffeost vive una seconda giovinezza. Sempre più caffetterie scandinave propongono la bevanda con variazioni sul tema: latte di mucca, di capra, ma anche le versioni storiche con latte di renna. Per chi non ha paura di osare, è un’occasione per scoprire un pezzo di cultura nordica con ogni sorso.
L’Unione Europea, nonostante l’apparente stranezza del prodotto, ha riconosciuto ufficialmente la sua importanza assegnandogli la denominazione di origine protetta. Un sigillo che garantisce l’autenticità del formaggio usato e ne tutela la produzione artigianale. Il kaffeost non è solo una trovata folkloristica per turisti curiosi. È un esempio concreto di come una necessità (bere e mangiare qualcosa di nutriente nel freddo artico) si trasformi in rito culturale e, col tempo, anche in marchio di identità gastronomica.
A chi storce il naso all’idea, un consiglio: prima di giudicare, provare. Il leipäjuusto è più dolce di un cheddar, meno invasivo di un gorgonzola e più amichevole di quanto ci si aspetti. Il caffè, dal canto suo, ammorbidisce il sapore e crea un connubio sorprendentemente armonioso. Chi ama le novità in tazza troverà nel kaffeost un motivo valido per prenotare un volo verso la Svezia del nord.
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O almeno per fare un salto al negozio di alimentari più fornito e tentare un esperimento nordico a casa. Perché, alla fine, la vera essenza della cultura gastronomica sta proprio lì: nel saper dire sì anche alle idee che suonano strane, almeno finché non le si assaggia. E se il risultato dovesse piacere, beh, preparati a spiegare al barista sotto casa che il tuo macchiato da oggi vuole un tocco di formaggio.
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