Che cos’è “la regola del Tre” e perché è così diffusa

La formula ricorre da millenni ed è presente in molti ambiti, tra cui mitologia, retorica, religione, narrativa

 

I geni esaudiscono tre desideri, tre erano i moschettieri così come i re magi, la Santissima Trinità, le Parche, le Grazie e molte altre figure della mitologia, della religione e della narrativa di ogni epoca.

L’equilibrio perfetto del numero tre

Omne trinum perfectum”, dicevano i romani: ogni cosa trina è perfetta, ad indicare che tutto ciò che è costituito da un insieme di tre parti risulta perfetto.

La regola del Tre è profondamente radicata nella cognizione e nella percezione umana. Gli psicologi cognitivi suggeriscono che il cervello umano abbia una naturale tendenza a elaborare le informazioni secondo schemi di tre che ne facilitano la comprensione e la memorizzazione.

Non è un caso che molti elementi della nostra cultura, dai proverbi alle fiabe, siano strutturati attorno a sequenze di tre. L’onnipresenza del numero in campi diversi come la retorica, la scrittura, la mitologia nel passato, e nel design, nella narrativa e nella comunicazione moderna, ne testimonia tutta l’efficacia.

In termini psicologici e cognitivi, la regola del Tre sfrutta il modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni. Il numero uno è troppo semplice per creare un modello o una narrazione, mentre il numero due fornisce un contrasto ma manca di completezza. Tre, invece, offre un equilibrio perfetto: è abbastanza per stabilire un modello, creare un senso di completezza e fornire un ritmo che facilita la comprensione e la memorizzazione. Questo principio di “equilibrio e completezza” rende il contenuto più digeribile e convincente.

L’efficacia dei messaggi con una sequenza di tre elementi

Il cervello umano è naturalmente incline a cercare schemi, e la sequenza di tre elementi offre un modello minimo ma efficace, che non sovraccarica la capacità cognitiva ma fornisce sufficiente informazione per essere percepito come “intero”.

La regola del Tre è uno strumento potente per aumentare l’efficacia dei messaggi e che, già millenni fa, ritroviamo in diverse celebri frasi. “Veni, vidi, vici” (Venni, vidi, vinsi) è la frase con la quale, secondo la tradizione, Giulio Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata nel 47 a.C. nel Ponto.

I motti costituiti da tre parole sono molto frequenti nel corso della storia: il “Liberté, Egalité, Fraternité” (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza) della Rivoluzione Francese, il “Life, Liberty, and the Pursuit of Happiness” (Vita, Libertà e ricerca della Felicità) della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, fino al più recente “Sex, drugs and rock’n roll” per indicare uno stile di vita esagerato e sregolato.

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La stessa formula è frequentemente utilizzata ancora oggi per strutturare elenchi puntati, slogan, argomentazioni e persino la narrativa complessiva. Presentare i benefici di un prodotto o i punti chiave di un’idea in tre elementi distinti rende il messaggio più facile da assorbire e da ricordare per il pubblico. Questo approccio è particolarmente utile per catturare l’attenzione e mantenere l’interesse, poiché crea un ritmo e una progressione che guidano il lettore o l’ascoltatore attraverso le informazioni.

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