La storia del libro rilegato in pelle umana conservato a Harvard

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La storia del libro rilegato in pelle umana conservato a Harvard

| 28/03/2023
Fonte: Pixabay

I destini dell’anima: “Un libro sull’anima umana meritava di avere una copertina umana

  • Nella biblioteca di Harvard si trova un volume davvero unico
  • Il tomo è rilegato in pelle umana
  • L’epidermide corrisponde a quella di una donna
  • Questa pratica era molto diffusa nel XV secolo
  • Serviva a commemorare i defunti

 

Per quanto assurdo possa sembrare, è tutto vero: nella biblioteca della prestigiosa Università di Harvard è conservato un libro rilegato in pelle umana. Il titolo è decisamente emblematico: si tratta di “Destinées de l’ame“, ovvero “I destini dell’anima”. Il volume è stato pubblicato alla fine del 1800. Gli scienziati hanno deciso di esaminarlo a causa di una curiosa nota all’interno del tomo, che fa riferimento proprio alla peculiare rilegatura del libro.

Così, dopo averne esaminato la copertina, i ricercatori hanno scoperto che esiste una corrispondenza con l’epidermide di una donna che non lascia spazio a dubbi: è pari al 99,9%. Curiosi di leggere nel dettaglio cosa dice la nota? Si tratta di uno scritto un pelino inquietante: “Questo libro è rilegato in pelle umana sulla quale non è stata impressa alcuna decorazione. Osservando con attenzione potete distinguere facilmente i pori della pelle. Un libro sull’anima umana meritava di avere una copertina umana. Avevo tenuto questo pezzo di pelle umana ricavata dalla schiena di una donna. È interessante vedere i diversi aspetti che cambiano su questa pelle, secondo il metodo di preparazione a cui è stata sottoposta. Si può confrontare ad esempio con il piccolo volume che ho in biblioteca, “Sever. Pinaeus de Virginitatis notis”, che è rilegato in pelle umana, ma conciata con alcune spezie (sommacco)“.

Una pratica macabra in voga nel XV secolo

Se vi state chiedendo che razza di psicopatico abbia potuto fare una cosa del genere, sappiate che nel XV secolo la pratica di rilegare i libri in pelle umana era piuttosto diffusa e prendeva il nome di bibliopegia antropodermica.

Curioso a dirsi, ma questa tecnica era finalizzata a commemorare i defunti. Le persone, infatti, non venivano appositamente uccise per usare la loro pelle ma, una volta morte, venivano scuoiate e le loro carni trasformate in copertine di libri.

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Nel caso del volume in questione, secondo il curatore la donna la cui epidermide ricopre le pagine del tomo morì in seguito a un ictus e nessun parente reclamò il suo corpo.

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