Il laboratorio di recitazione

“Condivido questa chat in cerca di conforto perché sono davvero stanco di dover sostenere delle conversazioni di questo tipo (infatti non è la prima volta). Io di mestiere faccio l’attore e lo sceneggiatore. Sono molto giovane, però, anche fortunatamente, riesco a vivere di questo. Ho partita iva e faccio tutto in regola com’è giusto che sia. Periodicamente organizzo un laboratorio di recitazione dove introduco alcuni giovani, spesso alle primissime armi, al mondo della recitazione. Questo è parte del mio lavoro quindi in cambio chiedo una somma (irrisoria, vedrete) sempre fatturando tutto. Non ho una formazione artistica tradizionale ma vengo da tanta (ma tanta) gavetta. Non pretendo nulla e non mi spaccio per ciò che non sono ma non accetto di essere trattato come un truffatore come nel dialogo che ho avuto con un ragazzo che ha risposto al mio annuncio. Io non obbligo nessuno a partecipare né insisto, dico chiaramente quello che faccio e come lo faccio. Non accetto di essere trattato così perché truffatori sono altri, di certo non io che mi faccio in quattro per lavorare di questo. Ho ragione?”

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Un giovane attore e sceneggiatore, che ha trovato nel suo mestiere non solo una passione ma anche un modo per vivere, si rivolge alla comunità di Commenti Memorabili per condividere un’esperienza che lo ha profondamente turbato. Pur non avendo una formazione artistica tradizionale, la sua carriera si è costruita su anni di gavetta, che lo hanno portato a diventare professionista nel suo campo, gestendo tutte le sue attività in maniera legale e trasparente, con regolare partita IVA.

Parte del suo lavoro consiste nell’organizzare laboratori di recitazione, pensati per introdurre giovani talenti, spesso neofiti, al mondo della recitazione. Per questi laboratori, chiede una somma di denaro che considera irrisoria, emettendo regolare fattura per ogni transazione. Questa iniziativa non solo rappresenta un’opportunità di apprendimento per i partecipanti, ma è anche un modo per lui di condividere la sua passione e il suo sapere.

Tuttavia, la sua professionalità e sincerità sono state messe in dubbio da un giovane che ha risposto al suo annuncio. Questo ragazzo lo ha accusato di essere un truffatore, nonostante l’attore abbia sempre chiarito la natura del suo lavoro e le condizioni di partecipazione ai suoi laboratori. Non pretendendo nulla oltre il dovuto e non spacciandosi per qualcosa che non è, l’attore si trova a dover difendere la sua integrità e la legittimità del suo lavoro.

Questo dialogo conflittuale ha lasciato l’attore stanco e deluso, poiché non è la prima volta che si trova a fronteggiare simili accuse infondate. Egli si chiede se sia giusto essere trattato in questo modo, sottolineando come i veri truffatori siano altri e non persone come lui, che si impegnano seriamente nel proprio lavoro. Attraverso la condivisione di questa esperienza con la comunità, cerca conforto e sostegno, sperando di trovare comprensione e, forse, consigli su come gestire situazioni simili in futuro.

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