Fonte: Pexels
La fine di una relazione sentimentale è un’esperienza dolorosa e complessa, sia per chi le causa sia per chi le subisce. Sebbene possa sembrare un evento caotico e imprevedibile, segue schemi e strategie comuni messi in atto da uno dei due partner. Comprendere questi comportamenti può aiutare ad affrontare meglio la situazione.
Uno studio condotto dall’Università di Nicosia, a Cipro, ha esaminato le modalità che usano le persone per porre fine ad una relazione, individuando tre strategie più comuni: confronto diretto, distanza e manipolazione indiretta. I ricercatori hanno intervistato, in due sessioni diverse, oltre 600 partecipanti di diverse fasce d’età su come avrebbero concluso una relazione sentimentale. Sono emersi nove tipi di strategie: allontanarsi gradualmente, offrire una conversazione diretta e onesta, scomparire senza preavviso, porre fine alla relazione assumendosi la responsabilità, citare infedeltà o interesse per qualcun altro, chiedere una pausa, offrire amicizia, spiegare che la separazione è la soluzione migliore, usare una telefonata o un messaggio. I ricercatori hanno poi scoperto che questi nove approcci rientrano in tre strategie più ampie.
Il primo e più popolare approccio è stato quello di “attenuare il colpo”. Questo metodo combinava azioni come spiegare le ragioni della rottura, accettare una parte o tutta la colpa e cercare di convincere il partner che la separazione avrebbe giovato a entrambi. Il confronto diretto è la strategia più schietta e si verifica quando una persona comunica chiaramente e apertamente la sua intenzione di rompere, spesso fornendo spiegazioni e affrontando la situazione faccia a faccia. Questo approccio è spesso percepito come il più onesto e, sebbene doloroso, può offrire maggiore chiarezza e opportunità di chiusura per entrambe le parti.
La strategia della distanza implica un allontanamento graduale dalla relazione. Questo può manifestarsi in vari modi, come ridurre il tempo trascorso insieme, diminuire la frequenza dei contatti, rispondere meno ai messaggi o alle chiamate, e generalmente mostrare un minor interesse o coinvolgimento emotivo. L’obiettivo è spesso quello di far “sbiadire” la relazione naturalmente, sperando che l’altra persona colga i segnali e che la rottura sia meno drammatica o diretta. Questa strategia può essere ambigua e portare la persona che viene lasciata ad uno stato di confusione e incertezza, rendendo difficile la comprensione di ciò che sta accadendo.
La manipolazione indiretta è forse la strategia più problematica e moralmente discutibile. Questo approccio implica l’uso di tattiche subdole per indurre l’altra persona a volere la rottura. Esempi includono comportarsi male di proposito, provocare discussioni, flirtare apertamente con altri, o agire in modi che rendano la relazione insostenibile per il partner. L’obiettivo è evitare la responsabilità diretta della rottura, trasferendo il “peso” e l’iniziativa all’altra persona. Questa strategia è spesso vista come codarda e può causare un danno emotivo significativo, poiché mina la fiducia e può far sentire la vittima confusa, colpevole o indegna.
Leggi anche Mal di stomaco e relazioni in crisi: quando il corpo ti spoilera la rottura
I ricercatori hanno anche esaminato il modo in cui queste strategie si collegavano ai tratti della personalità dei partecipanti. Hanno trovato solo poche correlazioni significative. Gli individui con un livello più alto di gradevolezza, un tratto associato alla gentilezza e alla considerazione per gli altri, erano meno propensi a utilizzare l’approccio “freddo e distante”. Al contrario, coloro che presentavano livelli più elevati di machiavellismo, associato a manipolazioni, erano più inclini a utilizzare questo approccio. Al contrario, i partecipanti con livelli più elevati di psicopatia, un tratto legato all’impulsività e alla mancanza di empatia, erano più inclini a incolpare il partner per la rottura.
Share