Esiste un legame tra social e depressione? Lo studio

Il rapporto tra social media e depressione

 

L’uso dei social media è in grado di impattare sulla nostra salute mentale: sebbene non esista una relazione di causa effetto tra social e depressione, numerosi studi hanno evidenziato che chi trascorre molto tempo su Tik Tok, Instagram, Facebook e via dicendo a lungo termine potrebbe riscontare un aumento di senso di inadeguatezza, solitudine e ansia.

Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Affective Disorders Reports, ad esempio, ha messo in luce che i giovani adulti che utilizzano di più i social media hanno una maggiore probabilità di sviluppare uno stato di depressione entro 6 mesi, indipendentemente dalla loro personalità. Secondo gli scienziati, la ragione risiederebbe nell’automatico e implicito confronto che operiamo quando guardiamo i contenuti che gli altri utenti postano sui social. Si tratta di foto e video che mostrano solo il meglio della loro vita, celebrando i momenti di felicità senza controbilanciare le normali fatiche quotidiane che fanno parte della vita di ognuno di noi.

Una questione dibattuta

Renae Merrill, ricercatrice ell’Università dell’Arkansas, ha spiegato: “Connettersi virtualmente con le persone può aumentare il rischio di problemi di comunicazione o di percezione errata che porta a difficoltà relazionali e al potenziale rischio di problemi di salute mentale“.

D’altro canto, c’è chi sostiene che molti degli studi sul tema siano caratterizzati da una serie di punti deboli. Un gruppo di psicologi del King’s College London, ad esempio, ha condotto una ricerca volta a verificare la condizione opposta: i disturbi dell’umore potrebbero essere alla base di un frequente uso dei social. È possibile, infatti, che chi è più incline alla depressione si senta solo e cerchi compagnia e supporto online.

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Molto spesso, inoltre, capita che gli studi che esaminano il rapporto tra social network e depressione siano basati su dati forniti dai partecipanti stessi. Si tratta quindi di una modalità di raccolta delle informazioni non propriamente oggettiva. I ricercatori, in ogni caso, hanno precisato che le obiezioni condotte alle ricerche sul tema non sono volte a minimizzare gli effetti deleteri che l’uso prolungato dello smartphone può provocare, primi tra tutti il cyberbullismo e l’isolamento. Il loro reale proposito è quello di esaminare con imparzialità e accuratezza una questione tanto complessa e delicata.

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