L’interocezione, l’abilità di percepire il sesto senso

La capacità di leggere i segnali del proprio corpo influisce sul benessere psicofisico e sul livello di empatia

 

Il corpo umano, oltre ai canonici cinque sensi (tatto, vista, udito, olfatto, gusto), fa affidamento anche ad un sesto senso meno conosciuto ma presente nell’organismo e indispensabile al suo corretto funzionamento. È definito interocezione, ed è la capacità di sentire ed interpretare i segnali interni che regolano le funzioni vitali del corpo, come il proprio battito cardiaco, il respiro, oppure sensazioni come la fame, la sete, la temperatura corporea.

Capire i segnali del corpo

L’interocezione si manifesta quando ad esempio beviamo qualcosa perché abbiamo sete o ci togliamo il maglione perché abbiamo caldo. La funzione è molto importante anche per la salute mentale poiché contribuisce ad attivare molti processi mentali, tra cui le decisioni, le abilità sociali e il benessere emotivo. Risulta interrotta in condizioni di depressione, ansia e disturbi alimentari.

Tutto ciò che viene vissuto nell’ambiente circostante produce una reazione nel corpo che manda una serie di segnali a seconda delle circostanze. Ad esempio quando vediamo qualcosa che ci spaventa, la reazione del corpo è di aumentare il battito cardiaco, la frequenza del respiro e la sudorazione del palmo delle mani. Gli studiosi hanno ipotizzato che l’interocezione sia uno strumento importante per entrare in empatia con gli altri.

Uno studio realizzato dai ricercatori dell’Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze dell’Università di Londra ha sottoposto 72 volontari ad un test, chiedendo loro di contare i battiti cardiaci ma senza usare le dita. I partecipanti hanno poi visto dei video che mostravano varie interazioni sociali ed è stato chiesto loro di interpretare gli stati mentali dei personaggi.

Interocezione ed empatia

I risultati hanno mostrato che i soggetti più bravi a contare il proprio battito cardiaco hanno risposto in maniera più accurata sui video, dimostrando una maggiore empatia. Non erano invece più bravi a rispondere a domande che non riguardavano gli stati emotivi.

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I ricercatori hanno quindi ipotizzato che leggere con attenzione i segnali del nostro corpo facilita anche nella comprensione delle emozioni altrui. Al contrario, le difficoltà interocettive potrebbero essere determinanti in una serie di sintomi che sperimentano persone affette da autismo o schizofrenia.

Gli autori dello studio si prefiggono di indagare se un training sull’interocezione, potenziando le capacità di leggere i segnali del proprio corpo e le proprie emozioni, possa in qualche modo aiutare a migliorare l’empatia.

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