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Che succede quando la Roma imperiale incontra il marketing del XXI secolo? McDonald’s ha pensato bene di dare una risposta visiva alla domanda, installando una finta opera archeologica nel cuore della capitale. Un mosaico, apparentemente appena dissotterrato, mostra antichi romani in toga intenti a gustarsi hamburger, patatine e bibita, con tanto di scritta in latino. Non è uno scherzo, ma una vera (finta) installazione artistica nel centro commerciale Galleria Alberto Sordi.
L’iniziativa, chiamata “Enjoy the Classics”, è stata messa in scena con tutti i dettagli del caso: polvere, attrezzi da scavo, cartelli e cordoni. L’illusione di una scoperta storica è completa. E i 18.000 tasselli che compongono il mosaico sono stati posati a mano, giusto per dare alla provocazione una patina di artigianalità autentica.
La campagna ha fatto immediatamente il giro dei social, diventando virale in poche ore. C’è chi ha trovato l’idea geniale, chi ha condiviso meme e battute, e chi invece ha gridato al sacrilegio culturale. Le accuse non sono mancate: c’è chi parla di cattivo gusto, chi di uso improprio del patrimonio storico e chi semplicemente non ha gradito la trovata.
Ma si sa, quando si parla di McDonald’s, il confine tra branding e provocazione è sempre molto sottile. E in vista del Giubileo 2025, evento che attirerà milioni di turisti nella capitale, la mossa appare tutto fuorché casuale. Il tempismo è perfetto per guadagnare attenzione in una città dove il passato si vive a ogni angolo di strada.
In realtà, non è la prima volta che il colosso del fast food gioca con il contesto storico romano. Il McDonald’s della Piazza di Spagna è noto per il suo stile marcatamente “imperiale”, tra marmi e decorazioni ispirate all’antichità. A Marino, addirittura, si può mangiare sopra una vera strada romana del I secolo, visibile sotto una lastra di vetro.
Con questa nuova installazione, però, si è andati oltre: la storia è stata reinventata in chiave fast food, rendendo i “classici” McDonald’s protagonisti di un racconto visivo millenario. E per rendere il tutto ancora più coerente, è stato lanciato anche un menu speciale, “Welcome to Roma”, disponibile nei locali della capitale per tutto il 2025.
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Dietro l’operazione c’è un messaggio chiaro: McDonald’s non vuole solo vendere panini, ma raccontare storie, creare esperienze immersive, far parlare di sé. E se serve riscrivere un pezzetto di storia con qualche tessera di mosaico e un po’ di ketchup, tanto meglio. Certo, la provocazione non è piaciuta a tutti. Ma nel gioco tra arte, comunicazione e mercato, forse il punto non è solo quello di piacere. L’importante è essere notati, commentati, condivisi. E da questo punto di vista, missione compiuta. Anche se a Giulio Cesare il McChicken forse non sarebbe piaciuto.
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