Perché durante la peste del 1600 i medici portavano maschere con il becco?

Il costume diventato simbolo di un’epoca fu inventato dal mesico francese Charles de L’Orme

 

Nel corso del XVII secolo l’Europa subì diverse ondate di peste nera che causò centinaia di milioni di vittime. I medici curanti erano scarsamente attrezzati per affrontare l’epidemia, non avendo sufficienti conoscenze scientifiche sulla malattia. Erano costretti a correre da un posto all’altro per curare i malati le cui probabilità di sopravvivenza erano scarse e rischiando loro stessi di contrarre la peste. Oltre a curare i moribondi, i medici spesso prendevano parte alle autopsie e registravano i dati per cercare di capire meglio lo sviluppo e l’evolversi della malattia.

Il costume e la maschera contro la peste

Nei documenti dell’epoca è nota l’immagine dei medici che indossavano maschere inquietanti a forma di becco di uccello per cercare di proteggersi dalla peste. La maschera è attribuita al medico francese Charles de L’Orme (1584 – 1678) che era noto per curare i reali d’Europa. Tra i suoi pazienti figuravano Gastone d’Orléans (figlio di Maria de Medici) e il re Luigi XIII. Di conseguenza, si trovava nella posizione poco invidiabile di occuparsi delle vittime della peste aristocratiche. Incapace di rifiutare questi pazienti facoltosi, creò con cura un’uniforme che fungesse da scudo contro la malattia mortale.

Il costume comprendeva un indumento esterno di tela ricoperto di sugna o cera profumata. Sotto, i medici indossavano una maglietta infilata nei pantaloni di pelle, attaccati agli stivali anch’essi di pelle. Indossavano anche guanti e cappello. Sopra la testa, i medici della peste indossavano una maschera e un cappuccio di pelle scura tenuto fermo da fasce di cuoio e raccolto intorno al collo per tenere fuori “l’aria cattiva”. I fori per gli occhi erano tagliati nella pelle e dotati di cupole di vetro. Un grottesco becco ricurvo simile a un uccello sporgeva dal cappuccio, coprendo il volto del dottore. Ultimo ma non meno importante, i medici portavano bastoni di legno per esaminare pazienti infetti tenendosi a debita distanza.

Una miscela di erbe

All’epoca si riteneva che la causa della diffusione della malattia fossero i miasmi che emanavano i pazienti. Per proteggersi dall’”aria velenosa”, i medici riempivano il becco di teriaca, un preparato farmaceutico dell’epoca dalle supposte virtù miracolose. La miscela di oltre 55 erbe includeva cannella, mirra, polvere di carne di vipera e miele. Alcuni medici francesi della peste davano addirittura fuoco alle erbe, producendo un fumo protettivo all’interno del becco. Speravano che questo fumo respingesse i malumori trasmessi nell’aria.

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Se il costume aiutasse offrisse una qualche effettiva protezione dalla peste è ancora oggetto di discussione, ma resta il fatto che diventò un modello altamente riconoscibile ad indicare un particolare periodo storico, entrando anche nelle rappresentazioni teatrali e tra le maschere del Carnevale di Venezia.

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