È mistero in Namibia: una forma di vita sconosciuta ha lasciato strani segni più di un milione di anni fa

Una forma di vita sconosciuta nei deserti di marmo e calcare

 

Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università Johannes Gutenberg di Magonza, ha identificato formazioni rocciose insolite in tre aree desertiche: Namibia, Oman e Arabia Saudita. Si tratta di minuscoli tubi perfettamente paralleli, che attraversano la roccia dall’alto verso il basso. Tali strutture, visibili in marmo e calcare, non sembrano frutto di processi geologici tradizionali.

Gli scienziati hanno osservato che questi micro-tubi, larghi circa mezzo millimetro e lunghi fino a tre centimetri, si presentano disposti in fasce lunghe anche dieci metri. Alcuni sono bordati da croste calcaree e contengono una fine polvere bianca composta da carbonato di calcio. La scoperta è stata documentata nel Geomicrobiology Journal e si ipotizza che tali segni siano stati scavati da microrganismi in cerca di nutrienti minerali.

Microrganismi misteriosi nei deserti di Namibia, Oman e Arabia Saudita

Il primo a notare queste formazioni fu il geologo Cees Passchier circa 15 anni fa durante un’esplorazione in Namibia. Da allora, la ricerca si è estesa anche in Medio Oriente, con osservazioni simili in ambienti calcarei e marmorei. Nonostante il ritrovamento di materiale biologico all’interno dei tubi, non sono state individuate tracce di DNA o proteine, rendendo impossibile identificare con precisione l’organismo responsabile.

Un dettaglio affascinante riguarda l’età delle formazioni: si stima che siano antiche almeno uno o due milioni di anni e che si siano sviluppate in condizioni ambientali più umide rispetto al clima desertico attuale. Il fatto che i tubi si trovino in profondità suggerisce che l’organismo fosse in grado di vivere senza luce, forse adattato a condizioni estreme simili a quelle sub-superficiali.

Il potenziale ruolo nel ciclo del carbonio

L’interesse scientifico intorno a questi microrganismi si concentra non solo sul loro misterioso passato evolutivo, ma anche sul possibile impatto che potrebbero avere a livello ambientale. Gli organismi endolitici, capaci di vivere all’interno delle rocce, sono noti per la loro capacità di influenzare il ciclo geochimico dei minerali. Se la forma di vita responsabile dei tubi fosse ancora attiva in natura, potrebbe avere un ruolo nella regolazione del carbonio a livello planetario.

In un’epoca in cui l’equilibrio climatico globale è sotto stress, la scoperta di un microrganismo in grado di interagire con il carbonato di calcio apre scenari di ricerca promettenti. La possibilità che un organismo sconosciuto contribuisca al sequestro o al rilascio di CO2 nelle profondità delle rocce spinge la comunità scientifica a voler approfondire la natura e la funzione di questi esseri invisibili.

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Un invito alla ricerca futura sulle forme di vita nascoste

Gli scienziati coinvolti invitano ora microbiologi, geologi e biogeochimici a esaminare con maggiore attenzione questi tubi misteriosi. L’enigma resta aperto: siamo davanti a un organismo estinto o a una forma di vita ancora presente in luoghi remoti e inaccessibili? La mancanza di informazioni genetiche limita le risposte, ma allo stesso tempo stimola nuove ipotesi. Le ricerche future potrebbero portare alla scoperta di forme di vita mai classificate prima, capaci di vivere nelle profondità delle rocce senza bisogno di luce né ossigeno. Una realtà che sposta ancora una volta i confini di ciò che consideriamo possibile sul nostro pianeta.

 

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