Fonte: Wikipedia
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università della California di San Francisco (UCSF) e del Janelia Farm Research Center ha rivelato un comportamento curioso nei moscerini della frutta, che rispondono ai rifiuti emotivi in modo simile agli esseri umani. I maschi di Drosophila melanogaster, quando respinti dalle femmine, tendono a cercare conforto in alimenti contenenti alcol. Questo comportamento è stato messo in relazione a una riduzione significativa di una molecola cerebrale chiamata neuropeptide F (NPF). Quando i maschi vengono rifiutati, i livelli di NPF nel cervello diminuiscono, spingendoli a cercare gratificazioni compensatorie, come l’alcol.
L’esperimento si è svolto in due fasi. Inizialmente i ricercatori hanno osservato il comportamento dei moscerini maschi in presenza di femmine vergini e fecondate. Le femmine vergini accettavano i corteggiamenti senza problemi, mentre quelle fecondate respingevano i maschi, facendo aumentare il loro disinteresse. Successivamente i maschi sono stati messi di fronte a due opzioni alimentari: un cibo normale e uno contenente alcol al 15%. I moscerini che avevano subito il rifiuto hanno scelto il cibo alcolico in misura maggiore, con il 70% di loro che ha optato per l’alcol, rispetto al 50% di quelli che erano riusciti a copulare con le femmine.
Questi risultati hanno implicazioni importanti, poiché suggeriscono che il comportamento di ricerca di ricompense, come l’alcol, potrebbe essere evolutivamente radicato. Negli esseri umani, meccanismi simili potrebbero influenzare comportamenti legati alla ricerca di gratificazioni compensatorie, come nelle dipendenze da alcol o droghe.
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Inoltre i ricercatori hanno scoperto che aumentando artificialmente i livelli di NPF nei moscerini rifiutati, si riduceva la loro propensione a scegliere l’alcol, un risultato che potrebbe avere applicazioni terapeutiche per il trattamento delle dipendenze umane. Questa ricerca fornisce nuovi spunti per comprendere i comportamenti legati alla ricerca di gratificazioni, suggerendo che esistano basi biologiche comuni tra diversi esseri viventi, dalle mosche agli esseri umani.
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