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Quando dobbiamo dire “No”, spesso invece di usare le parole facciamo un cenno muovendo la testa in modo orizzontale. Per dire “Sì” invece, il movimento della testa è verticale. Questi due gesti sono talmente spontanei e radicati nella natura umana che impariamo a farli fin da piccoli e spesso li usiamo senza nemmeno rendercene conto. Ma se la loro diffusione è così ampia tra popoli di diverse culture e latitudini nel mondo, è possibile che abbiano un’origine comune nell’uomo.
Come è nata l’abitudine di annuire o scuotere la testa non è chiaro, ma la teoria più supportata è quella offerta nel XIX secolo da Charles Darwin che, nella sua opera “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali” , del 1872, suggeriva che tali movimenti potrebbero aver avuto origine durante l’infanzia. I bambini infatti, quando rifiutano il cibo, girano la testa dall’altra parte, il che potrebbe essersi evoluto culturalmente nel gesto di negazione. Inclinare la testa in avanti potrebbe essere associato all’azione di accettare il cibo, portando al gesto di annuire. Questi gesti primari , ripetuti più e più volte, potrebbero essersi evoluti nel tempo fino a diventare segnali di affermazione o rifiuto utilizzati anche nella comunicazione adulta.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questi gesti non sono affatto universali. In diverse culture il significato è invertito, o esistono gesti completamente diversi per esprimere affermazione o negazione. Ad esempio, in alcune parti della Grecia, dei Balcani e della Turchia, un singolo movimento della testa verso l’alto (spesso accompagnato da uno schiocco della lingua o da un sollevamento delle sopracciglia) significa “no”, mentre un leggero movimento oscillatorio laterale (a volte una rotazione) può indicare “sì”.
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Un’ipotesi sulla possibile ragione è che possa aver avuto origine come forma di resistenza culturale al dominio ottomano, adottando gesti contrari a quelli imposti durante l’invasione turca di alcune regioni balcaniche.
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