Fonte: Pexels
Può sembrare una battuta, ma non lo è: un gruppo di ricercatori giapponesi dell’Aichi Agricultural Research Center ha vinto l’Ig Nobel Prize per aver dimostrato che dipingere le mucche con strisce bianche tipo zebra può ridurre fino al 50% le punture delle mosche pungenti.
Il premio, che celebra le scoperte scientifiche “che prima fanno ridere e poi riflettere”, è finito così nelle mani di scienziati che hanno deciso di sfidare la moda bovina a colpi di pennello.
L’esperimento è semplice quanto ingegnoso: tre gruppi di mucche, uno al naturale, uno dipinto con strisce nere e uno con strisce bianche. Il risultato? Le mosche hanno mostrato una netta preferenza per gli animali senza righe, ignorando in gran parte le loro colleghe “zebrate”.
Le mosche pungenti non sono solo fastidiose: causano stress, riducono l’appetito e abbassano la produzione di latte. Finora gli allevatori si erano affidati a insetticidi chimici, con tutti i problemi del caso — insetti resistenti, rischi di contaminazione e costi crescenti.
L’idea delle strisce bianche nasce quindi come alternativa sostenibile, economica e totalmente atossica. Un colpo di pennello che fa bene agli animali e all’ambiente.
Il principio si ispira a una ricerca internazionale condotta in Ungheria, Spagna, Svezia e Svizzera, che aveva osservato come le mosche preferissero i cavalli scuri a quelli chiari. Anche se il motivo resta misterioso, la correlazione è stata sufficiente per provare a replicarla su bovini.
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C’è però un piccolo dettaglio: la vernice è a base d’acqua e scompare dopo poche settimane. Per trasformare davvero il gregge in una mandria di “bovini zebrati”, servirebbe un metodo più duraturo. Fino ad allora, la scena di una mucca a righe bianche che pascola serenamente resterà un’eccezione curiosa – e un promemoria ironico di quanto la scienza possa essere creativa anche davanti a un problema… da mosca.
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