No wash – Seconda Parte

PRIMA PARTE QUI

“Io sono una persona che ama l’ecologia. Non butto le cartacce per terra e cerco sempre di non sprecare acqua. Ma non posso accettare di lavarmi con aglio e limone. La mia compagna ha cominciato a non volere fare più il bucato. Io non so usare la lavatrice e quindi avevo sempre camicie e magliette sporche e maleodoranti. Poi ho chiesto aiuto a mia madre e lei mi ha pulito tutto, come una vera donna fa. Diciamo che avevamo raggiunto un equilibrio così. Lei non lavava i suoi vestiti e io me li facevo lavare da mia madre. Ma poi ha cominciato a chiedere altro. Ha preteso che non mi lavassi piu. Ha preso tutti i bagnoschiuma e shampi che avevamo a casa e li ha dati a una sua amica. Io in pratica non potevo lavarmi come volevo. Ho dovuto usare cibi per lavarmi. Uno schifo, una nausea. Per un po’ ci ho provato, ma poi non ho retto più… ecco quello che è successo. Io non sto più bene così.”

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L’uomo prosegue il suo racconto evidenziando un ulteriore aspetto del conflitto domestico legato alle pratiche igieniche e di pulizia personale. Nonostante la sua dichiarata sensibilità ecologista, si trova di fronte a delle richieste da parte della compagna che vanno ben oltre la sua concezione di un comportamento ambientalmente responsabile. La decisione della compagna di rinunciare completamente all’uso di prodotti per l’igiene personale, sostituendoli con alimenti come aglio e limone, rappresenta per lui un limite invalicabile.

Questa situazione lo pone in una posizione di estremo disagio, al punto da cercare aiuto esterno per le necessità basilari di pulizia, come lavare i propri vestiti, affidandosi alla madre. Tuttavia, la compagna estende le sue richieste anche all’igiene personale dell’uomo, eliminando tutti i prodotti da bagno tradizionali dalla loro casa. Queste azioni portano l’uomo a dover ricorrere a metodi alternativi per la propria igiene, che descrive come inaccettabili e insostenibili.

La narrazione culmina nell’espressione di un profondo malessere da parte dell’uomo, che si dice incapace di continuare a vivere secondo queste condizioni estreme imposte dalla compagna. La sua storia mette in luce le difficoltà di trovare un compromesso tra il desiderio di vivere in modo ecologico e le esigenze di igiene e confort personali. La situazione descritta evidenzia non solo le tensioni all’interno della coppia, ma anche il conflitto interiore dell’uomo, diviso tra il desiderio di aderire a principi ecologisti e la necessità di mantenere standard di pulizia personale che considera essenziali. La ricerca di un equilibrio tra questi due aspetti diventa quindi la sfida principale, insieme alla gestione delle dinamiche relazionali complicate dall’intervento di figure familiari esterne.

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