Le noci della preghiera sono delle piccole sculture in legno di bosso e hanno le dimensioni che variano da quelle di una noce a quelle di una pallina da golf. Le miniature sono originarie dell’Olanda da cui si diffusero nel 1500 in tutta Europa, essendo un oggetto molto di moda. Nonostante le piccole dimensioni, sono dei capolavori artistici in quanto contengono, sulle superfici esterne ed interne, intricate incisioni estremamente dettagliate.
Ad oggi sono conosciute circa 150 noci della preghiera, conservate nei musei di tutto il mondo, di cui 60 realizzate dall’artista olandese Adam Dirckz, (1500-1530).
Le sfere si aprono a metà mostrando il contenuto al loro interno: solitamente si tratta di scene della vita di Cristo, in particolare della crocifissione o della settimana della passione. Ci sono anche noci che raffigurano la Natività. Il legno di bosso veniva utilizzato sia perché estremamente malleabile, e dunque adatto a questo tipo di lavoro di precisione, sia perché durante quest’epoca si credeva che la croce di Cristo fosse fatta di bosso, rendendo il legno una scelta popolare per le opere religiose.
Le noci erano composte da due semisfere e spesso anche da pannelli aggiuntivi al centro, che si aprivano rivelando la seconda metà della sfera. I pannelli fornivano ulteriore spazio per le incisioni, permettendo di realizzare scene in sequenza.
Le sfere sono state paragonate a una pala d’altare, o trittico, che inizia chiuso e poi, quando viene aperto, rivela dipinti aggiuntivi. In un certo senso, le piccole noci fungono da pale d’altare personali e, con ogni strato aggiuntivo, l’osservatore viene introdotto più a fondo nella storia raccontata.
Le incisioni nella porzione sferica erano realizzate in altorilievo, il che significa che le figure sono quasi completamente formate, sebbene ancora collegate al legno dello sfondo. Al contrario, le incisioni sui pannelli (se c’erano pannelli) sono generalmente in bassorilievo, spesso anche dipinte. Alcune scene sono estremamente ricche, contenendo anche 50 o più figure con abbigliamento ed oggetti elaborati.
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Le noci avevano poi un anello inserito al loro interno che permetteva di attaccarle a vestiti, collane o grani del rosario. Talvolta erano attaccate alle cinture e inserite in sacchetti di velluto per non graffiare la superficie esterna.
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