Nomad, lo zaino che sembra uno zaino ma è una mini lavatrice

Lavatrice da zaino: la nuova frontiera del bucato da campeggio

 

Dimentica il ruscello gelido, la pietra come lavatoio e la maglietta stesa tra due pini. Il bucato outdoor ha finalmente un alleato: si chiama Nomad ed è una lavatrice portatile intelligente che si porta in spalla. Proprio così, è pensata come uno zaino da trekking, ma al posto della borraccia c’è un sistema di lavaggio con turbine in acciaio inox.

Il progetto nasce tra i banchi della East China Normal University e, a giudicare dai dati, ha tutte le carte in regola per diventare il miglior amico dell’escursionista. Pesa 2,8 kg, lava con solo 1,8 litri d’acqua per chilo di vestiti e asciuga in appena 85 minuti. Tutto mentre sei in cammino, senza scosse fastidiose: le vibrazioni restano sotto i 2,3 m/s², quindi niente effetto frullatore sulle spalle.

Nomad: la lavatrice smart che sa cosa stai indossando

Ma la vera chicca è che Nomad non è solo compatta, è anche intelligente. Il software interno riconosce i tessuti e imposta il ciclo in base a cosa ci butti dentro. Jeans, magliette tecniche, calze di lana: ciascun capo riceve il trattamento che merita, senza subire danni o finire attorcigliato come un serpente in lavatrice.

Il sistema si controlla con un comodo display touch oppure direttamente dallo smartphone. Un modo per gestire il bucato mentre si cucina sul fornello da campo o si fotografa l’alba in cima a un crinale. E a proposito di efficienza: il ciclo completo consuma circa il 40% in meno di energia rispetto alle alternative da campeggio più comuni. Niente male per un dispositivo grande quanto uno zaino da scuola.

Come funziona la lavatrice da zaino Nomad

All’interno del dispositivo ci sono due turbine che generano un flusso d’acqua multidirezionale. Questo permette di rimuovere il 92% delle macchie, anche con pochissima acqua. Il segreto? Un equilibrio preciso delle forze interne che evita l’aggrovigliamento dei capi, limitando l’usura dei tessuti.

E per l’asciugatura? Nomad combina centrifuga e flusso d’aria assistito. Il risultato è un bucato pronto in meno di un’ora e mezza, anche senza sole, senza fili stesi e senza sperare nel vento favorevole. Un vantaggio concreto per chi viaggia in ambienti umidi o ha poco tempo per fermarsi.

Un progetto nato in università (e testato sui sentieri)

Nomad non arriva da un team marketing, ma da studenti armati di idee e prototipi. Dopo sette versioni di test, partendo da modelli stampati in PLA, hanno messo a punto un sistema dual-vortex e lo hanno collaudato tra sentieri e rifugi. Il risultato è un prodotto funzionale, sostenibile e già pronto per l’uso reale.

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E non finisce qui: in arrivo ci sono nuove funzioni come l’asciugatura a bassa temperatura per i capi delicati, un design modulare per riparazioni semplici e sensori capaci di rilevare umidità e tessuto. Insomma, non è solo una lavatrice da campeggio, ma una piccola rivoluzione nel mondo del bucato in viaggio.

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