Fonte: Facebook
Nel meraviglioso mondo di Harry Potter, dove le civette consegnano lettere e i quindicenni salvano il mondo mentre noi a quell’età faticavamo a fare la verifica di matematica, c’è un dettaglio che sfugge a molti: i personaggi non sono poi così buoni. O meglio, non sempre. Anzi, alcuni sembrano più indecisi di un Corvonero davanti a due libri. Parliamo dei personaggi moralmente ambigui di Harry Potter: quelli che non sono né carne né pesce, ma decisamente interessanti da analizzare (e giudicare, ovviamente, con un tè in mano e sopracciglio alzato).
Perché sì, va bene Voldemort è cattivo, Harry è buono, Hermione è un genio e Ron è… beh, Ron è Ron. Ma tra questi poli opposti si muove una folta schiera di personaggi che non sapremmo se abbracciare o lanciare in pasto a un Dissennatore.
“Sempre.” Basta una parola e ci sciogliamo. Ma se torniamo un attimo con i piedi per terra, Piton è anche lo stesso che si divertiva a umiliare ragazzini davanti a tutta la classe. Certo, ha rischiato la vita per proteggere il figlio della donna che amava, ma l’ha fatto con la simpatia di un ragno in pigiama. E no, l’amore ossessivo non è sempre romantico, a volte è solo inquietante.
Ah, Silente. Con la sua barba fluttuante e la passione per i dolcetti, sembrava il nonno perfetto. Poi scopri che ha tenuto segreti importanti, manipolato tutti come se stesse giocando a Risiko, e programmato la morte di Harry come se fosse una tappa necessaria. Ma tranquilli, era “per il bene superiore”. Sì, come no.
All’inizio è lo stereotipo del bulletto ricco con papà influente. Ma col passare dei libri, capiamo che Draco non è cattivo: è solo un adolescente sotto pressione, costretto a recitare una parte che non gli calza. Quando arriva il momento di fare cose davvero malvagie, trema come un primo anno davanti a McGranitt. Un personaggio profondamente umano, insomma. E anche un po’ sfigato.
Sirius ha carisma, fascino e un passato tragico. Eppure, spesso dimentichiamo che è anche impulsivo, vendicativo e un po’ irresponsabile. Ama Harry, ma più come il sostituto di James che come un ragazzo con una sua personalità. La maturità? L’ha lasciata ad Azkaban, evidentemente.
Chi l’avrebbe detto che la studentessa modello sarebbe stata una delle più disinvolte nell’infrangere le regole? Tra incantesimi di memoria ai genitori (ciao mamma, ciao papà), torture magiche e gruppi di ribelli clandestini, Hermione è la dimostrazione vivente che la legge, a volte, va semplicemente ignorata con metodo.
Sì, lo adoriamo. Ma dobbiamo ammetterlo: Dobby, nel tentativo di salvare Harry, ha rischiato di farlo fuori più volte. Pasticcione, devoto e leggermente squilibrato, è l’incarnazione di “è il pensiero che conta”. Ma forse, ecco, serviva anche un po’ di buon senso in più.
Remus è il più equilibrato dei Malandrini, ma anche lui ha i suoi scheletri nell’armadio. Ha accettato per anni l’amicizia tossica con Sirius e James, poi ha abbandonato moglie e figlio perché… boh, troppo stress? Un personaggio profondo, ma non privo di colpe.
Lo sappiamo: lavorare al Ministero è stressante. Ma schierarsi contro la propria famiglia solo per fare carriera? Ecco, Percy ci è andato giù pesante. Certo, si pente, torna, piange… ma il danno era già fatto. E Molly non dimentica.
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Ron è il più umano del trio. E proprio per questo, fa errori grossi come un Ippogrifo. Scappa nel momento sbagliato, si arrabbia facilmente e spesso si sente l’eterno secondo. Ma in fondo, chi di noi non si è mai sentito un po’ Ron?
I personaggi moralmente ambigui di Harry Potter sono la vera magia della saga. Non puoi incasellarli, né condannarli del tutto. Ti fanno riflettere, arrabbiare, e a volte, empatizzare. Perché sì, anche in un mondo di incantesimi e Fenici, siamo tutti un po’ grigi.
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