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Le persone abituate a fare le ore piccole potrebbero avere un rischio più elevato di morte prematura rispetto a chi segue un ritmo di vita più mattiniero. Uno studio condotto su circa 500.000 individui ha evidenziato che i cosiddetti “nottambuli” presentano un rischio aumentato del 10% rispetto a chi si sveglia presto e affronta la giornata con più energia. Sebbene la ricerca non dimostri un nesso di causa-effetto diretto, la correlazione tra abitudini notturne e problemi di salute è evidente.
Chi ha un cronotipo serale tende a dormire meno e in modo meno riposante, subendo così un impatto negativo sul metabolismo e sul sistema cardiovascolare. Inoltre chi è abituato a vivere di notte è più esposto a disturbi come diabete, malattie respiratorie e problemi gastrointestinali. Il legame con una maggiore incidenza di depressione, abuso di alcol e dieta squilibrata era già stato documentato in studi precedenti, confermando che uno stile di vita notturno può essere meno salutare.
Uno degli aspetti problematici è il tentativo di adattarsi a una società strutturata per chi segue ritmi mattutini. Lavori con orari fissi e impegni che richiedono di essere operativi sin dal mattino costringono i nottambuli a dormire meno e a peggiorare ulteriormente la qualità del loro riposo. Gli esperti suggeriscono che, per chi ha un cronotipo serale, potrebbe essere utile prevedere orari di lavoro più flessibili, permettendo una migliore gestione del sonno.
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Tuttavia, sebbene la predisposizione genetica giochi un ruolo determinante (circa il 50% del cronotipo dipende dal DNA), è possibile adottare alcune strategie per migliorare la qualità della vita. Esporsi alla luce naturale nelle prime ore del giorno aiuta a regolare il ritmo circadiano, mentre ridurre l’uso di schermi luminosi la sera favorisce un sonno più profondo. Anche evitare di dormire troppo nel fine settimana può essere utile, per non alterare eccessivamente il proprio orologio biologico.
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