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Per chi pensava che l’Antartide fosse la roccaforte glaciale del pianeta, è tempo di aggiornare le mappe mentali. Dal 2015, qualcosa di curioso e preoccupante accade al di sotto della superficie del Southern Ocean: il mare si sta salando. Non poco. E il ghiaccio marino? Sta scomparendo a vista d’occhio, lasciando più domande che risposte e parecchia acqua salata in più.
Solitamente, quando si scioglie il ghiaccio, l’acqua diventa più dolce, non più salata. Ma l’Antartide ha deciso di rompere anche questa regola base. I dati satellitari europei e le misurazioni sottomarine hanno evidenziato che, proprio mentre le distese ghiacciate si riducono come il ghiaccio in un mojito, la superficie dell’oceano ha iniziato a diventare sempre più salata.
Questa salinità extra non è una semplice curiosità oceanografica. L’acqua più salata è anche più densa, quindi più pesante, e tende a sprofondare verso il basso. Così facendo, mescola gli strati dell’oceano e porta in superficie il calore nascosto nei fondali. Risultato? Il ghiaccio si scioglie anche da sotto, proprio quando dovrebbe riformarsi, ad esempio in inverno.
E non è finita qui: con meno ghiaccio, il mare assorbe più energia solare. Più calore, più scioglimento, più salinità… e il ciclo continua. Questo è ciò che gli scienziati chiamano “feedback loop” e che il resto del mondo può tradurre in “guai seri”.
L’Antartide che si scioglie non è solo un problema per i pinguini, anche se poveretti, restano senza casa. Il ghiaccio marino funge da specchio per il Sole: riflette l’energia e aiuta a tenere bassa la temperatura globale. Senza di esso, l’atmosfera si scalda più in fretta, i livelli del mare salgono e le perturbazioni diventano più intense e imprevedibili.
E poi c’è la questione della fauna marina: i krill, quei minuscoli crostacei che tutti ignorano tranne balene e foche, si nutrono delle alghe che crescono sotto il ghiaccio. Se manca il ghiaccio, crolla anche la base della catena alimentare antartica. E senza krill, gli oceani diventano un grande ristorante senza buffet.
Il cambiamento registrato dal 2015 ha colto tutti di sorpresa. I modelli climatici prevedevano che un mondo più caldo avrebbe portato più pioggia e quindi più acqua dolce sulla superficie dell’oceano. Invece è successo l’opposto. È come se l’Antartide avesse deciso di scrivere il finale del film senza consultare la sceneggiatura.
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Ma per seguire questa trama imprevedibile servono strumenti: satelliti, robot sottomarini, osservatori climatici. Peccato che molti di questi progetti rischiano il taglio dei fondi. E senza dati aggiornati, si naviga a vista in un oceano che cambia in modi sempre più difficili da prevedere. Il nuovo aumento della salinità dell’oceano antartico è uno di quei segnali che dovrebbero far scattare più allarmi delle notifiche del meteo. Il rischio? Restare a guardare mentre l’unico continente davvero glaciale cambia pelle e riscrive le regole del clima globale. E tutto, per una manciata di sale in più.
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