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Avere un sorriso smagliante e denti bianchissimi è un piacevole biglietto da visita. Praticare un’attenta igiene orale e avere cura costante dei propri denti porta ad avere un sorriso a prova di copertina. In molti spesso ricorrono a trattamenti di sbiancamento dei denti ispirandosi a personaggi famosi che mostrano bocche sorridenti e denti perfetti, allineati ed immacolati.
Non in tutte le culture il candore dei denti è però apprezzato. In Giappone esiste un’antichissima tradizione di annerimento dei denti, chiamata ohaguro, che ha implicazioni di natura estetica e culturale. La pratica comparve intorno al 250 – 300 d.C. ed è proseguita nel corso dei secoli.
Nella cultura giapponese il nero e tutti gli oggetti neri sono considerati di grande bellezza e annerire i denti aveva soprattutto un significato estetico. Le donne preparavano una soluzione composta da acetato ferrico, ottenuto da limatura di ferro mescolato con aceto e tannino di verdure o tè. Si aggiungevano poi spezie come cannella, chiodi di garofano e anice per ridurre il terribile sapore aspro della tintura.
I denti neri conferivano un fascino particolare alle donne e indicavano la loro maturità sessuale. Ragazze e ragazzi verso i 15 anni si tingevano i denti di nero per dimostrare di essere diventati adulti, ma l’ohaguro veniva praticato anche da aristocratici di ogni età. Si riteneva inoltre che il composto rafforzasse i denti e proteggesse da carie e malattie gengivali.
I primi stranieri occidentali che cominciarono a visitare il Giappone, abituati a diversi canoni di bellezza, rimasero sconvolti dai denti anneriti. Inizialmente pensarono ad una pessima igiene orale e scambiarono la tintura per marciume. Avendo poi capito che si trattava di una pratica consapevole, si chiedevano perché le donne si sfigurassero in tale maniera. Una teoria, ovviamente infondata, che risale proprio all’epoca dei primi scambi culturali, sosteneva che l’ohaguro venisse fatto per impedire alle donne di tradire i mariti, rendendole meno attraenti.
Nel 1870, il governo giapponese bandì la pratica ma l’annerimento dei denti è ancora presente nella cultura nipponica. Nel 1912 l’imperatrice del Giappone lanciò una nuova moda, mostrando in pubblico una perfetta e immacolata dentatura bianca.
Ancora oggi però l’usanza dell’ohaguro sopravvive. Non è raro infatti incontrare in Giappone una geisha con i denti neri come la pece, mentre la consuetudine delle donne giapponesi di coprirsi la bocca quando sorridono riconduce all’antica cultura di considerare i denti bianchi meno gradevoli di una dentatura nera.
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L’ohaguro dal Giappone si è diffuso anche in altre zone del sud-est asiatico ed è ancora oggi praticato in Cina, Tahilandia, Laos e Vietnam.
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