Perché in molte opere antiche si vedono delle “borsette” misteriose?

Un elemento molto simile alle borse moderne compare nelle raffigurazioni di popoli di tutto il mondo

 

Nelle raffigurazioni antiche capita talvolta di osservare oggetti dalla forma stranamente moderna.  È il caso di una misteriosa “borsetta” tenuta in mano da personaggi presenti in incisioni di popoli molto diversi e lontani tra loro, come gli Egizi in Egitto, i Sumeri in Iraq, i Maori in Nuova Zelanda e gli Olmechi dell’America Centrale.

Le ipotesi

La vasta rappresentazione del misterioso oggetto da parte di civiltà di tutto il mondo solleva interrogativi sul suo significato e sulla sua funzione nel mondo antico. È innegabile che le presunte borse antiche siano estremamente simili a quelle contemporanee. Presentano una parte superiore arrotondata a forma di manico e una parte inferiore rettangolare che sarebbe il contenitore. A volte compaiono vicino ai personaggi, altre volte sono tenute nelle loro mani, siano essi semplici uomini o divinità o esseri mitologici.

Una possibile teoria formulata dagli storici è che l’oggetto sia una rappresentazione del cosmo. Il semicerchio che sembra essere il manico rappresenterebbe l’emisfero del cielo, mentre la base quadrata sarebbe la Terra.

Nelle culture antiche, dall’Africa all’India alla Cina, la figura di un cerchio era associata simbolicamente a concetti di spiritualità o immaterialità, mentre quella di un quadrato era spesso riconducibile a concetti di Terra e di materialità. Pertanto, alcuni sostengono che l’immagine sia utilizzata per simboleggiare la riunificazione della terra e del cielo, degli elementi materiali e immateriali dell’esistenza.

Secondo altre interpretazioni le borse potrebbero rappresentare i semi che furono conservati a bordo dell’Arca in una sorta di caveau, poi distribuiti in tutto il mondo mentre il globo si ripopolava dopo il Grande Diluvio.

Le immagini in cui compare una borsa

Uno dei primi esempi di borsetta si ha nelle rovine di Gobekli Tepe, nel sud-est della Turchia, dove si trova uno dei templi più antichi mai scoperto, risalente all’11.000 a.C. Sebbene lo scopo esatto del santuario di montagna sia sconosciuto, sembra che il tempio possa essere servito come sito per sacrifici religiosi poiché gli archeologi hanno portato alla luce molte ossa di animali macellati.

Le pareti e i pilastri del tempio di Göbekli Tepe sono decorati con animali, dei e creature mitiche finemente scolpiti, forse nel tentativo di rappresentare le numerose e diverse creazioni del cosmo. Tra le figure compaiono tre borse che aggiungono un ulteriore mistero alla complessità della raffigurazione.

Altre immagini simili sono presenti in due rilievi in pietra, uno realizzato dagli Assiri dell’antico Iraq tra l’880 e l’859 a.C. e l’altro dagli Olmechi dell’antica Mesoamerica tra il 1200 e il 400 a.C. In entrambe queste immagini, una figura maschile porta la borsa in mano.

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Nella Nuova Zelanda, un altro intrigante esempio di immagini che sembra rappresentare borse emerge nel contesto culturale del popolo Maori. Secondo la mitologia, un eroe venerato intraprese un viaggio straordinario verso la dimora degli dei, dove acquisì una profonda saggezza. Al suo ritorno sulla Terra, la figura eroica trasportò tre cesti pieni di conoscenza divina. Anche nell’antico Egitto si ritrovano borsette tra i geroglifici e raffigurano la dimora divina.

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