Fonte: YouTube
Quando si parla di parapendio, l’idea è quella di volare sospesi tra cielo e paesaggi mozzafiato. Ma per Liu Ge, un esperto parapendista cinese, l’ultima uscita ha avuto più il sapore di un’escursione artica non pianificata. Mentre sorvolava le montagne Qilian, si è trovato a salire oltre ogni limite previsto dalla logica (e dalla legge), fino a un’altitudine vertiginosa di 8.600 metri.
Il tutto è avvenuto il 24 maggio, in una giornata apparentemente tranquilla. Ma l’arrivo di una nube cumulonembo ha cambiato drasticamente i piani. Quello che in gergo si chiama “cloud suck” ha fatto il resto: un ascensore termico verso il gelo siderale, con Liu trasformato in passeggero involontario del meteo.
Il fenomeno del cloud suck è ben noto agli appassionati di volo libero: le correnti ascensionali sotto determinate nuvole possono essere talmente potenti da impedire qualsiasi discesa, anche manovrando in spirale stretta. E così, mentre molti sognano di volare alto, Liu Ge ci è riuscito fin troppo, ritrovandosi a fare i conti con l’ipossia e il congelamento.
Senza maschera d’ossigeno e con un abbigliamento più adatto a una gita primaverile che a un volo da record, Liu ha affrontato -40 gradi e un’aria talmente rarefatta da far sembrare una semplice boccata un’impresa titanica. L’unico elemento positivo? La connessione via interfono con gli amici rimasti a terra, che hanno potuto seguirlo (e preoccuparsi) in tempo reale.
La buona notizia è che Liu è riuscito a tornare a terra senza gravi conseguenze, con il viso coperto di ghiaccio e un’esperienza che probabilmente nessuna guida turistica include nel pacchetto. Ma se pensava di godersi la fama, ha fatto male i conti: le autorità hanno aperto un’indagine, perché il volo non era stato segnalato come previsto dai regolamenti cinesi.
E mentre i video del suo volto congelato fanno il giro del web, Liu ha invitato tutti a calmarsi. Altro che record: l’unica cosa che spera di battere ora è l’interesse dei funzionari pubblici. Perché se volare alto dà la vertigine, affrontare un’indagine amministrativa è un atterraggio che nessuno desidera.
La storia di Liu Ge non è solo un’avventura fuori scala, ma anche un promemoria per chi pratica il parapendio estremo: le nuvole non sempre portano poesia. A volte portano su, molto su, troppo su. E se l’equipaggiamento non è adeguato, si rischia di congelarsi prima ancora di rendersi conto della quota raggiunta.
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In fondo, la lezione è semplice: anche se si è esperti, la natura resta sempre la vera protagonista del volo libero. E prima di lasciarsi portare da una corrente ascensionale, meglio assicurarsi di avere con sé più di un paio di guanti leggeri. Anche perché, a 8.600 metri, il freddo non perdona, e nemmeno la burocrazia.
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