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Non è il copione di un film western, ma la cronaca di un tranquillo pomeriggio brianzolo degenerato in modo imprevisto. A Lesmo, in provincia di Monza, due frequentatori abituali del centro anziani hanno trasformato una semplice partita a scopa in una vera e propria rissa. Protagonisti un uomo di 97 anni e un altro di 78, che dopo un acceso diverbio sono arrivati alle mani.
Il più anziano ha avuto la peggio: un pugno in pieno volto lo ha costretto al pronto soccorso di Vimercate, con un labbro spaccato, una contusione e persino la dentiera saltata. Dimesso con tre giorni di prognosi, l’uomo è stato al centro di un episodio che ha fatto discutere tutta la comunità e che ha spinto la direzione della struttura a prendere provvedimenti drastici.
Il direttivo del centro ricreativo, sostenuto anche dalla sindaca Sara Dossola, ha scelto la linea dura: chiusura totale per 30 giorni. Niente tombolate, balli o partite a carte. La motivazione ufficiale parla di troppe intemperanze accumulate negli ultimi tempi, con parcheggi selvaggi, discussioni rumorose e litigi sempre più frequenti che avevano reso l’atmosfera difficile da gestire.
Il presidente del centro, Amos Noli, ha spiegato che la misura non è solo punitiva ma preventiva. A 97 anni un colpo può avere conseguenze ben più gravi, per questo si è deciso di inviare un messaggio chiaro: chi alza le mani non avrà più accesso al centro. E infatti i due protagonisti della lite sono stati banditi a vita.
La decisione della chiusura non è stata accolta da tutti nello stesso modo. Se da un lato c’è chi plaude al rigore per riportare serenità all’interno della struttura, dall’altro molti iscritti hanno manifestato disappunto. Il centro è infatti un punto di riferimento per i pensionati di Lesmo, soprattutto nei mesi estivi, quando diventa un luogo di ritrovo fondamentale per chi è solo o cerca compagnia.
Alcuni hanno avviato una raccolta firme per chiedere la riapertura anticipata, sostenendo che punire l’intera comunità per l’errore di due persone sia eccessivo. Tuttavia, la direzione non sembra intenzionata a cambiare idea e resta ferma sulla chiusura temporanea, ritenuta necessaria per ristabilire l’ordine e dare un segnale forte.
Colpisce il paradosso della vicenda: una partita a scopa, simbolo di convivialità e tradizione, si è trasformata nella miccia di un episodio violento. Una giocata sbagliata, un insulto di troppo e il giorno dopo il confronto fisico. Una dinamica che ricorda più i litigi da stadio che la tranquilla atmosfera di un centro ricreativo per anziani.
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La storia, diventata virale anche fuori dai confini brianzoli, riapre il dibattito su come gestire luoghi pubblici frequentati da persone che hanno bisogno di svago ma anche di regole condivise. Perché se è vero che una partita a carte dovrebbe unire, episodi come questo dimostrano che senza disciplina la socialità rischia di trasformarsi in caos. Anche a 97 anni la calma non è mai troppa e, soprattutto, il gioco dovrebbe restare sempre un gioco.
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