I soldi si danno per fare la carità?? Io penso di no. Ho incontrato una donna per strada che chiedeva l’elemosina. Era una donna come me, della mia età, penso Le ho dato i soldi e il mio numero. Le ho dato dei soldi. Poi però ha con>nuato per telefono a chiedermene altri. I penso che l’elemosina significa aiutare qualcuno. Per sbrigarci diamo i soldi , ma sarebbe più giusto dare beni, come cibo o farmaci. Ho avuto questa discussione con Lucia. Mi ha faEo impressione, perché sembravo io. Penso che se s>amo bene è per fortuna di essere na> in una buona famiglia e di non avere mai incontrato persone caHve che ci hanno faEo prendere bruEe strade come quelle della droga o dell’alcol o della delinquenza. Io questo lo so e so che anche tuH possiamo avere di bisogno nella vita. Quindi io aiuto le persone per strada perché penso che potrei essere io. Di solito non do il mio numero ovviamente alle persone che non conosco. Ma in questo caso mi sono impressionata perché la ragazza era molto simile a me, per età per aspeEo. Ma ci sono rimasta malissimo per come si è comportata e non so cosa pensare.
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La nostra fan racconta un’esperienza personale che l’ha segnata profondamente e che riguarda un incontro avvenuto per strada con una donna della sua stessa età, in evidente difficoltà. Colpita dalla somiglianza e dalla situazione della sconosciuta, ha deciso di fermarsi e offrirle un aiuto concreto: non solo le ha dato dei soldi, ma, in un gesto raro e istintivo, le ha lasciato anche il suo numero di telefono.
Quello che è successo dopo l’ha lasciata spiazzata. La donna, infatti, ha continuato a contattarla per chiedere ulteriori soldi, comportamento che ha fatto riflettere molto la nostra follower. Nella conversazione con un’amica, Lucia, è emerso un dibattito profondo: l’elemosina dovrebbe essere solo una forma di carità economica o sarebbe più giusto offrire beni essenziali come cibo o medicinali?
La nostra fan è convinta che chi si trova in una buona condizione di vita debba riconoscere il ruolo della fortuna: essere nati in una famiglia solida, non aver incontrato persone sbagliate, non aver imboccato strade difficili come la droga o la delinquenza. Questa consapevolezza è ciò che la spinge ad aiutare chi è in difficoltà, perché pensa che, in fondo, potrebbe trovarsi lei stessa nella stessa situazione.
Ciò che l’ha ferita di più non è stata la richiesta iniziale d’aiuto, ma il modo in cui la fiducia che aveva concesso è stata gestita. Il comportamento della donna ha lasciato un senso di amarezza e confusione, portandola a interrogarsi su dove si collochi il limite tra l’empatia e la prudenza. Una testimonianza che apre una riflessione sul significato dell’aiuto, sulla fiducia e sull’umanità.
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