Perché commettiamo sempre gli stessi errori, anche se sappiamo di aver sbagliato

Ripetere un errore dipende da processi cognitivi che portano a determinati schemi di comportamento

 

“Sbagliando si impara” è un famoso detto non sempre portatore di verità. Spesso infatti tendiamo a ripetere gli stessi errori pur essendo consapevoli di fare la cosa sbagliata. Perché questo accade?

Le scorciatoie

Arrivare tardi agli appuntamenti, lasciare i compiti fino all’ultimo momento o giudicare le persone in base alla prima impressione sono errori che si ripetono spesso, pur sapendo che non andrebbero commessi. Il motivo è nel nostro cervello che elabora le informazioni e su queste crea modelli di riferimento. Questi modelli sono essenzialmente delle scorciatoie che ci aiutano a prendere le decisioni e che possono farci ripetere un errore.

Gli esseri umani non sono del tutto razionali, come si crede. L’eccesso di informazioni che si ricevono è estenuante e confuso, quindi si filtra il cosiddetto “rumore” e vediamo solo alcune parti del mondo. Tendiamo a notare cose che si ripetono, traiamo conclusioni da dati sparsi e usiamo scorciatoie cognitive per creare una versione della realtà in cui vogliamo implicitamente credere. Questo crea un flusso ridotto di informazioni in arrivo che ci aiuta a collegare punti e colmare le lacune con cose che già conosciamo.

I bias di conferma

In definitiva i nostri cervelli sono pigri e ci vuole uno sforzo cognitivo per cambiare il copione e le scorciatoie già costruite. È più probabile quindi ricadere negli stessi schemi di comportamento e azioni, anche quando siamo consapevoli di ripetere un errore. Il processo è chiamato “bias di conferma”, cioè la nostra tendenza a confermare ciò in cui già crediamo piuttosto che cambiare la nostra mentalità per incorporare nuove informazioni e idee.

L’effetto ego

A volte ci atteniamo a determinati modelli di comportamento e ripetiamo i nostri errori a causa di un “effetto ego”, che ci costringe a rimanere fedeli alle nostre convinzioni esistenti. È probabile che scegliamo selettivamente le strutture informative e il feedback che ci aiutano a proteggere il nostro ego. Le nostre scorciatoie cognitive possono costringerci ad ignorare qualsiasi nuova informazione che potrebbe aiutare a prevenire il ripetersi degli errori.

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I ricercatori hanno però anche identificato due regioni del cervello con “neuroni di monitoraggio dell’auto-errore”: sono cellule celebrali che monitorano gli errori. Queste aree si trovano nella corteccia frontale e sembrano far parte di una sequenza di fasi di elaborazione, di rifocalizzazione e dell’apprendimento dei nostri errori. Ancora però non si ha una perfetta comprensione dei processi cerebrali coinvolti nel controllo cognitivo e nell’autocorrezione.

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