Perché ai concerti si alzano gli accendini?

Potrebbe risalire al Festival di Woodstock del 1969

 

Uno dei riti più iconici della musica dal vivo è il gesto di alzare accendini o torce dei telefoni durante un concerto, creando un mare di luci che illumina il pubblico. Questo atto simbolico rappresenta un segno di apprezzamento per l’artista o una richiesta di bis. Ma da dove nasce questa tradizione? Le origini precise non sono chiare, ma una delle prime testimonianze risale al Festival di Woodstock del 1969. Durante l’esibizione di Melanie Safka, il pubblico accese centinaia di candele sotto la pioggia, creando un’atmosfera suggestiva.

La cantante rimase così colpita da questa scena che scrisse la canzone Candles in the Rain, immortalando il momento nella musica. Anche se non ci sono foto che confermino questo episodio, resta una delle versioni più accreditate sulla nascita del rito. Tuttavia il gesto divenne un fenomeno globale soprattutto grazie a Bob Dylan. Nel 1974, durante il suo primo tour dopo anni di assenza dalle scene, il pubblico iniziò spontaneamente ad accendere fiammiferi e accendini per omaggiarlo. In particolare, al concerto di Chicago, migliaia di persone sollevarono le fiamme nel buio, creando un effetto spettacolare. Inizialmente Dylan e la sua band, vedendo tutto quel fuoco, temettero un gesto di protesta, ma si resero presto conto che si trattava di un segno di apprezzamento.

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Poi sono stati sostituiti dai telefonini

L’iconicità del gesto venne consolidata grazie alla copertina dell’album live Before the Flood, che mostra il pubblico con gli accendini in mano. Questa immagine contribuì a diffondere il rito in tutto il mondo, tanto che negli anni successivi divenne una pratica comune nei concerti rock e metal, sebbene i promoter e i vigili del fuoco non sempre apprezzassero la presenza di fiamme tra il pubblico. Negli anni 2000, con l’arrivo degli smartphone, gli accendini sono stati progressivamente sostituiti dalle torce dei telefoni, eliminando i rischi legati al fuoco ma mantenendo intatta la magia di questo gesto collettivo. Che si tratti di una candela, un accendino o uno schermo illuminato, il rito delle luci nei concerti continua a essere un modo speciale per connettersi con la musica e con gli artisti.

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