Fonte: Pixabay
Quando osserviamo un dipinto egizio la caratteristica principale dei personaggi raffigurati è che sono tutti disegnati con il corpo frontale e il volto di profilo.
L’arte nell’antico Egitto aveva uno scopo fondamentale che andava oltre la mera decorazione estetica: era una forma di documentazione storica, religiosa e sociale. Le pareti del tempio e della tomba erano ricoperte di immagini che raccontavano la vita quotidiana, i rituali sacri e le conquiste dei faraoni. Ogni scena era realizzata con cura per comunicare sia agli uomini che alle divinità.
Nelle credenze egizie, il “ka” o essenza spirituale di una persona poteva risiedere nella sua rappresentazione visiva. Pertanto, raffigurare una persona in modo accurato e riconoscibile era fondamentale. La rappresentazione del profilo permetteva agli artisti di evidenziare caratteristiche note, come la forma del naso e della bocca, e di raffigurare anche il busto e gli occhi frontalmente per enfatizzare il cuore e lo sguardo, che consideravano il nucleo dell’anima e della coscienza.
La persona così raffigurata consentiva al “ka” di abitare l’immagine e di preservare l’essenza vitale dell’individuo per l’eternità. Rappresentando il volto di profilo e il busto di fronte, gli artisti potevano evidenziare aspetti significativi di una persona, come il cuore e i tratti distintivi del naso e degli occhi, che erano importanti per il riconoscimento spirituale dell’individuo.
Gli artisti egiziani raffiguravano i sovrani con corpi giovani e in forma che avevano una posa ben definita. Una delle più comuni è quella del re o funzionario d’élite che avanza a grandi passi, con la gamba sinistra in avanti, per trasmettere un senso di vigore, potere e influenza.
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La gamba sinistra in avanti rappresentava il lato del cuore, sede di emozioni, di intelligenza e di volontà. Avanzando con il piede sinistro, il re avrebbe simbolicamente calpestato il male, così il cuore avrebbe potuto procedere. Al contrario, le figure femminili in piedi erano spesso disegnate con i piedi affiancati, a trasmettere il loro ruolo più passivo e di supporto.
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