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Masticare gomme è un’abitudine radicata nella storia umana da migliaia di anni. Già nell’antica Grecia, le persone estraevano dal lentisco una resina aromatica chiamata “masticha”, da cui derivano le parole “masticare” e “mastice”. Allo stesso modo gli aztechi utilizzavano il chicle, una sostanza ricavata da un albero tropicale del Centro America, per produrre una gomma naturale da masticare.
Nonostante queste antiche tradizioni, la gomma da masticare moderna nasce solo nel 1848, quando viene creata la prima versione commerciale, a base di resina d’abete rosso e cera d’api. Tuttavia queste prime gomme non avevano ancora sapore né particolari qualità distintive. Fu solo nel 1866 che il chicle venne reintrodotto nella produzione, mentre nel 1871 iniziarono ad aggiungere aromi come la liquirizia. Nel 1906, la gomma divenne ancora più popolare con l’introduzione della possibilità di fare bolle.
L’innovazione più iconica, però, arrivò nel 1928 grazie a Walter Diemer, un contabile di un’azienda produttrice di chewing gum. Durante esperimenti casuali, riuscì a creare una gomma con la consistenza ideale: elastica, resistente e perfetta per fare bolle senza attaccarsi ai denti. C’era solo un problema: mancava il colore. L’unico colorante disponibile in azienda era il rosa, e così Diemer decise di utilizzarlo. Quella scelta dettata dal caso si rivelò un successo e trasformò il rosa nel colore simbolo delle gomme da masticare per decenni.
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Anche il sapore classico della gomma rosa non fu casuale. Diemer voleva un gusto dolce e fruttato, capace di attrarre i bambini senza alterare la delicata formula del chewing gum. Così creò una combinazione di fragola e banana, che divenne il sapore distintivo delle gomme da masticare. Oggi il chewing gum esiste in molteplici colori e gusti, ma la gomma rosa e il suo sapore iconico restano simboli di un’invenzione nata dall’ingegno umano e da secoli di sperimentazioni con materiali naturali.
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