Perché ci sono persone che non sanno mantenere un segreto?

Uno studio di due Università americane spiega quali sono le motivazioni che portano una persona a rivelare ad altri una confidenza riservata

 

Non riuscire a custodire un segreto, rivelandolo ad altre persone, è un comportamento sociale diffuso, generato da diverse dinamiche psicologiche e sociali.

Lo studio

Un team di ricercatori dell’Arizona State University e della Columbia University ha effettuato una serie di studi per spiegarne le motivazioni. Perché un segreto altrui viene confidato? In quali casi succede? Esistono delle persone meno affidabili a cui affidare delle confidenze? Queste le domande a cui i ricercatori, esperti di psicologia comportamentale, hanno cercato di dare risposta.

È stato chiesto a dei volontari con quale frequenza decidono sia opportuno rivelare i segreti di qualcun altro e con quali motivazioni. «Prendendo come riferimento una serie di segreti comunemente custoditi, che vanno dall’essere infelici sul lavoro all’infedeltà sessuale» ha affermato Jessica Salerno, ricercatrice del team «nel 30% dei casi le persone li hanno rivelati ad altri. Abbiamo chiesto anche quante confidenze di altri avessero ascoltato da parenti o amici, e la percentuale è stata più o meno simile, il 26%». In pratica un segreto su quattro viene rivelato.

Il desiderio inconscio di “punizione”

Le motivazioni che spingono a questo comportamento dipenderebbero dall’integrità della persona che confida il segreto. Se chi ha qualcosa da nascondere è una persona egoista oppure ci appare moralmente discutibile, si è più propensi a divulgare la sua confidenza, rispetto ad un’altra persona che invece stimiamo e rispettiamo. Scatterebbe insomma una sorta di “punizione” inconscia che l’interlocutore vuole applicare a chi gli detto il segreto. «In molte situazioni proposte» ha aggiunto Salerno «le persone avevano più probabilità di tradire il segreto di qualcun altro se consideravano la confidenza un comportamento immorale e abbiamo scoperto perché: rivelare un comportamento ritenuto immorale soddisfa un bisogno emotivo, forse inconscio, di vedere quella persona punita per ciò che ha fatto».

Il pettegolezzo

Il ruolo della punizione è la chiave della divulgazione di un segreto: se la persona che lo riceve pensa che il suo interlocutore sia già stata punito da quel comportamento o comunque abbia avuto uno svantaggio, allora si è meno propensi a rivelarlo. Allo stesso modo quando le stesse confidenze sono state presentate non come segrete, ma già note ad altri, la persona che le riceve le divulgherà comunque, non per la spinta inconscia di punizione ma semplicemente per il desiderio di spettegolare.

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Perché allora si confida un segreto se si è consapevoli che potrebbe essere rivelato? Si tace per paura di punizioni o danni alla reputazione, mentre confidarsi con qualcuno genera una sensazione di sollievo. «Avere un segreto porta all’isolamento sociale, allo stress, a problemi relazionali, mentre rivelarlo a qualcuno significa cercare vicinanza, chiedere consigli e ricevere sostegno sociale. Essere in grado di confidare segreti, compresi quelli immorali, è importante per le relazioni e la salute mentale, ma è allo stesso importante saper scegliere saggiamente le persone a cui affidarli».

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