La straordinaria pianta mutaforma che imita le foglie delle altre piante

La caratteristica della Boquila trifoliolata è ancora un mistero per gli scienziati

 

La Boquila trifoliolata è una liana originaria del Cile che ha da tempo attirato l’attenzione degli scienziati per una caratteristica unica: le sue foglie possono imitare la forma, la dimensione, il colore e persino la venatura delle piante vicine, senza mai entrare in contatto diretto.

La scoperta

Nel 2014 il botanico Ernesto Gianoli, dell’Università di La Serena, in Cile, stava percorrendo una foresta pluviale quando notò qualcosa di insolito: le foglie di un arbusto erano imitate dalle foglie di una pianta chiaramente diversa, la Boquila trifoliolata. Lo studioso cercò nella foresta altre piante di B. trifoliata, per vedere se fosse presente la stessa particolarità o se la pianta che aveva già visto fosse un caso unico. Sorprendentemente, circa la metà delle altre piante rampicanti che incontrò aveva foglie che assomigliavano alle piante che crescevano accanto a loro.

Come avviene il mimetismo?

Una delle ipotesi degli scienziati è che il mimetismo sia una tecnica per evitare i predatori, imitando foglie di piante meno saporite. Come avviene il procedimento però, rimane un mistero. Secondo alcune teorie, la pianta potrebbe rilevare composti volatili nell’aria, come componenti chimici, microbici e di altra natura rilasciati dalle piante ospiti, attraverso cui mettere in atto uno sviluppo fogliare simile. La liana potrebbe essere influenzata da microbi presenti sulle altre piante. In uno studio del 2022, Gianoli ha trovato che i microbi presenti nelle foglie mimetiche erano molto simili a quelli delle piante copiate, suggerendo un possibile ruolo di agenti microbici nel processo di mutazione delle foglie.

Lo studio e il dibattito

Secondo altre ipotesi, oggetto di grande dibattito tra gli scienziati, è che invece la pianta abbia la capacità di “vedere” il mondo circostante. Un esperimento ha posto l’accento su questa ipotesi: facendo crescere la liana accanto a piante di plastica, i ricercatori hanno osservato che la Boquila ha copiato anche quelle, suggerendo una sorta di visione delle foglie vicine. Tuttavia, questa conclusione è stata criticata per la mancanza di rigore scientifico con cui è stata eseguito l’esperimento. Molti botanici sottolineano che le piante possiedono fotorecettori e capacità di percepire colore e intensità luminosa, ma mancano di strutture ottiche complesse in grado di generare immagini reali.

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Il dibattito quindi è ancora aperto. Se da un lato ci sono ricercatori interessati a ipotizzare una forma di “visione” vegetale o intelligenza sensoriale, dall’altro, dall’altro ci sono botanici che ritengono queste teorie affascinanti ma carenti sotto il profilo sperimentale. Le prove empiriche incluse nello studio plastico e nella comparazione microbica aprono scenari interessanti, ma non suffragano alcuna conclusione definitiva. Studi futuri punteranno a identificare i geni coinvolti nel mimetismo e a isolare i segnali effettivi alla base del fenomeno.

 

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