In arrivo la pillola che ci protegge dalle basse temperature

L’ambizioso progetto del bioingegnere Jerzy Szablowski

 

Se siete particolarmente sensibili alle basse temperature, potrebbe ben presto arrivare sul mercato il rimedio che fa al caso vostro: la pillola anti-freddo. A idearla è stato il bioingegnere della Rice University (USA) Jerzy Szablowski. Grazie alla sua idea innoativa e visionaria, lo scienziato ha vinto un finanziamento erogato dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency). Si tratt dell’agenzia governativa degli USA impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie da applicare in ambito militare.

Per scoprire nel dettaglio il funzionamento del farmaco, occorre capire in che modo il nostro corpo reagisce al freddo. Per far fronte alle basse temperature, il nostro organismo mette in campo due strategie. La prima, più lenta, prevede il ricorso ai brividi, che fanno aumentare la temperatura corporea; la seconda, più veloce, brucia una particolare tipologia di grasso chiamata grasso bruno per generare calore. Sebbene si tratti di una risposta più celere, essa risulta meno potente rispetto ai brividi. Da qui, il proposito di Szablowski: creare un farmaco per potenziare la termogenesi derivante dal consumo del tessuto adiposo bruno.

A cosa servirebbe la pillola anti-freddo?

Vi state chiedendo quale sarebbe l’effettiva utilità della pillola anti-freddo? Gli amibiti di applicazione sarebbero davvero numerosi. In primo luogo, potrebbe essere somministrata alle vittime di ipotermia per aiutarle a ripristinare più velocemente la normale temperatura corporea. Inoltre, sarebbe utile agli scienziati durante le esplorazioni artiche. Come ha spiegato il bioingegnere, infatti, “Se hai a disposizione un farmaco che potenzia l’attività del grasso bruno, non devi passare settimane ad adattarti al freddo, ma puoi essere operativo nel giro di poche ore“.

In realtà, questa non è la prima volta che gli studiosi cercano di sfruttare le potenzialità del grasso bruno. Nel 2020, ad esempio, un team di scienziati dei National Institutes of Health aveva scoperto che un farmaco usato per la cura della vescica iperattiva era in grado di bruciare più velocemente il tessuto adiposo bruno.

Leggi anche: Ecco il posto più freddo della Terra: la sua temperatura ti farà rabbrividire

Così, era stato condotto uno studio in cui alcune volontarie avevano assunto il doppio della dose consigliata del medicinale per quattro settimane. Al termine della ricerca, tuttavia, si erano manifestati gravi effetti collaterali a carico del cuore derivanti dall’assunzione di quantità eccessivamente elevate del farmaco.

Share