Fonte: Wikipedia
Dimenticate gondole romantiche e canali sereni: a sud del Lido, tra nebbie lagunari e edifici in rovina, si nasconde Poveglia, l’isola veneziana che ha tutto per una serie Netflix ma che resta bloccata in un limbo amministrativo. Composta da tre isolotti, uno dei quali ha la forma di un perfetto ottagono (probabilmente l’unica cosa ordinata di tutta la faccenda), Poveglia è una delle realtà immobiliari più chiacchierate – e disabitate – della laguna.
Un tempo centro economico vivace nel Medioevo, l’isola ha cambiato più volte identità: da porto a posto di quarantena, da ricovero per anziani a presidio sanitario. L’ultima persona sana di mente ad andarci, pare, risale agli anni ’60, quando l’ospedale cessò le attività. Da allora, solo vandali, fantasmi (forse) e turisti coraggiosi armati di torcia.
I racconti su Poveglia sembrano scritti da uno sceneggiatore in cerca di brividi facili: appestati bruciati vivi, medici impazziti, torri campanarie teatro di suicidi forzati. Il tutto condito da presunti esperimenti medici degni di un film horror. Eppure, secondo il CICAP e lo storico veneziano Alberto Toso Fei, la realtà è decisamente meno cinematografica: durante l’epidemia di peste, le vittime furono una ventina, e ci sono persino i loro nomi.
E allora perché questa fama da “isola dei fantasmi”? Semplice: la colpa, dicono, è tutta di alcune trasmissioni TV americane che, tra grida finte e camere notturne, hanno trasformato Poveglia in un set horror a cielo aperto. E mentre i veneziani ricordavano l’isola come luogo di scampagnate e grigliate, il web la incoronava “tra i posti più infestati al mondo”.
Negli ultimi 25 anni, Poveglia è stata al centro di proposte, aste, offerte ridicole e sogni di riqualificazione. Dall’ostello per giovani mai realizzato per colpa di cavilli legali, alla proposta rifiutata dell’imprenditore e futuro sindaco Luigi Brugnaro, fino all’iniziativa popolare “Poveglia per tutti”, che raccolse fondi per trasformarla in un parco pubblico. Tutto bello, tutto fermo.
Nel frattempo, l’Agenzia del Demanio ha pubblicato una manifestazione di interesse non vincolante: tradotto, chi vuole può farsi avanti, ma non aspettatevi che domani l’isola apra come resort a cinque stelle. Il Comune deve ancora dire la sua, e la burocrazia veneziana non è famosa per la velocità.
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Poveglia oggi è visibile solo via barca privata, gli edifici cadono a pezzi e non ci sono acqua né gas. Però continua ad affascinare, a far parlare di sé, a ospitare (involontariamente) i sogni di chi vorrebbe salvarla e le paure di chi giura di sentire voci nella notte. La verità? Poveglia non è infestata dai fantasmi. Semmai, è infestata da decenni di progetti mai attuati, da leggende gonfiate e da un fascino che – paradossalmente – cresce ogni anno. Non resta che aspettare il prossimo capitolo di questa saga immobiliare, sperando che non sia solo un’altra storia da raccontare ai turisti a lume di candela.
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