Il meccanismo di Anticitera era un sofisticato strumento con ingranaggi, lancette e quadranti che misurava il tempo celeste
- Nel 1900 al largo dell’isola di Anticitera un gruppo di sommozzatori trovò il relitto di una nave del I sec. a.C.
- La nave conteneva molti tesori, tra cui un misterioso oggetto molto incrostato e corroso
- Si trattava di un meccanismo ad ingranaggi con ruote dentate e lancette
- Selezionando con una manopola un giorno dell’anno era possibile conoscere le fasi lunari, le eclissi solari e lunari, i movimenti dei pianeti, gli eventi sociali più importanti
- La straordinaria complessità della macchina rispetto all’epoca ha sbalordito gli scienziati
Il primo “computer” della storia risale a circa 2000 anni fa. Il meccanismo di Anticitera è uno strumento risalente al I sec. a.C. la cui complessità è tale, tenendo conto delle conoscenze dell’epoca, da aver strabiliato gli scienziati.
Il ritrovamento
Nel 1900 una tempesta portò un gruppo di sommozzatori a rifugiarsi sull’isola di Anticitera, in Grecia. Quando la tempesta si placò i sommozzatori andarono a caccia di spugne nelle acque locali e trovarono il relitto di una nave. Le autorità, avvisate della scoperta, dopo diversi mesi riportarono alla luce un’imbarcazione greca affondata nel I sec a.C. che conteneva meravigliosi tesori: rari bronzi, oggetti in vetro, anfore, ceramiche e gioielli. Tra i reperti ce n’era uno che inizialmente fu preso poco in considerazione. Un oggetto pesantemente corroso e indistinto che fu inizialmente scambiato per una pietra. Qualche mese dopo una parte del materiale esterno, sottoposto all’aria, si disgregò, rivelando il suo interno.
Un misuratore del tempo celeste
L’oggetto presentava un insieme di ruote dentate di bronzo corrose, posizionate in maniera piuttosto complessa e con dentature di appena un millimetro e mezzo. Insieme alle ruote c’erano piastre ricoperte di scale scientifiche e iscrizioni greche. Dell’oggetto erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori, ma la scoperta fu uno shock, poiché fino ad allora si pensava che gli antichi greci avessero realizzato solo rudimentali ingranaggi. Cominciò quindi un lungo studio per capire lo scopo e il funzionamento del reperto.
Nel 2005 la macchina fu sottoposta a raggi X, rivelando caratteri incisi che ne spiegavano il funzionamento. Si scoprì che calcolava le date delle eclissi lunari e solari, riproduceva i movimenti apparenti della luna nel cielo e segnava le date degli eventi più importanti dell’epoca, come le Olimpiadi. Una tale complessità tecnologica non è stata mai trovata in nessuna parte del mondo di quell’epoca, e se questo reperto non fosse sopravvissuto, gli storici avrebbero tranquillamente sostenuto che non sarebbe potuto esistere a quel tempo. Alcuni comunque affermarono che la macchina fosse troppo complessa per l’epoca e misero in dubbio che potesse appartenere al relitto. Qualcuno ne ipotizzò addirittura un’origine aliena.
Ingranaggi, lancette e quadranti
Il primo a capire che il meccanismo di Anticitera fosse un calcolatore astronomico fu, nel 1905 il filologo tedesco Albert Rehm. Negli anni ’50 il fisico e storico della scienza Derek J. de Solla Price ne descrisse accuratamente il funzionamento. Girando una manovella l’utente poteva impostare la macchina su una certa data indicata in un quadrante di 365 giorni (che includeva anche un giorno in più per gli anni bisestili).
Il movimento azionava tutti gli ingranaggi che, ruotando come in un orologio, fornivano una serie di informazioni in base alla data impostata. Sette lancette si spostavano a varie velocità e invece di ore e minuti segnavano il tempo celeste: il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno). Le iscrizioni spiegavano quali stelle sorgessero e tramontassero in una data specifica, mentre in due rispettivi quadranti erano indicate le eclissi lunari e solari.
La provenienza
Altre iscrizioni presenti sul meccanismo ne suggeriscono la provenienza. Paul Iversen, un classicista della Case Western Reserve University di Cleveland, ha riferito che il calendario riporta i nomi dei mesi usati a Corinto e nelle colonie nord-ovest della Grecia. Forse il meccanismo era stato realizzato nell’isola di Rodi e doveva essere spedito a nord via nave.
Il meccanismo di Anticitera, nonostante non abbia eguali fino ai primi calendari meccanici risalenti al 1050 d.C. è però perfettamente compatibile con le conoscenze del periodo tardo ellenistico: ci sono i cinque pianeti visibili a occhio nudo e il metallo usato per le ruote dentate era facilmente lavorabile.
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Secondo Cicerone il filosofo Posidonio costruì un modello simile nel I sec. a.C nel suo laboratorio a Rodi. E’ possibile quindi che il meccanismo di Anticitera fosse proprio una sua creazione. Ma la tradizione di realizzare tali manufatti potrebbe essere addirittura più antica. Lo stesso Cicerone scrisse anche di un dispositivo di bronzo simile realizzato da Archimede nel III sec. a.C.

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- https://www.smithsonianmag.com/history/decoding-antikythera-mechanism-first-computer-180953979/
- https://www.scientificamerican.com/article/decoding-an-ancient-computer/
- https://computerhistory.org/events/antikythera-mechanism-decoding-worlds-first/