Il primo reclamo di un cliente fu scritto 3700 anni fa su una tavoletta di argilla

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Il primo reclamo di un cliente fu scritto 3700 anni fa su una tavoletta di argilla

| 18/03/2023
Fonte: Facebook

Il commerciante Ea-nasir aveva venduto una partita di rame scadente ad un uomo che protestò e chiese la restituzione dei soldi

  • Il più antico reclamo per un prodotto scadente risale a 3700 anni fa
  • È documentato in una tavoletta di argilla scritta in accadico cuneiforme e trovata nell’antica città di Ur, nel Golfo Persico
  • La tavoletta fu scritta da Nanni, un uomo che aveva acquistato dal commerciante Ea-nasir una partita di rame risultata di scarsa qualità
  • Nel testo il cliente lamentava il pessimo trattamento e chiedeva la restituzione del denaro
  • Il reperto è conservato al British Museum di Londra

 

Capita talvolta di fare un acquisto e di non essere soddisfatti per via del prodotto risultato scadente. I reclami dei clienti sono all’ordine del giorno, tanto che nelle aziende più grandi ci sono appositi uffici dedicati alla gestione contestazioni. In ogni epoca storica il commercio ha sempre portato a discussioni tra venditori e acquirenti e la più antica testimonianza di questo genere risale a 3700 anni fa.

Il primo reclamo scritto della storia

La “tavoletta di reclamo a Ea-nasir” fu scoperta in una casa babilonese tra le rovine di Ur, importante città-stato dell’antica Mesopotamia, nel sud dell’Iraq.

A trovare la tavoletta di argilla fu Sir Leonard Woolley che guidò una spedizione congiunta dell’Università della Pennsylvania e del British Museum dal 1922 al 1934 nella città di Ur. Gli archeologi ritengono che l’abitazione in cui si trovava il manufatto fosse proprio quella del commerciante Ea-nasir. Attualmente il reperto è conservato nel British Museum.

La tavoletta, scritta in accadico cuneiforme nel 1750 a.C., è un reclamo di un cliente di nome Nanni nei confronti del commerciante che gli aveva venduto una partita di rame di qualità scadente. Tra i due c’era un accordo per la compravendita del materiale e Nanni mandò da Ea-nasir il suo servitore con il denaro  per completare la transazione. Il rame però non era all’altezza delle aspettative, per cui il cliente aveva fatto formale reclamo scrivendo la tavoletta recapitata al commerciante.

Il testo

Nel testo Nanni si lamentava non solo dell’acquisto, ma anche di altri affari non riusciti con Ea-nasir e per il fatto che il suo servitore fosse stato trattato male pur avendo pagato la merce.

Nanni scriveva: «Dì a Ea-nasir: Nanni manda il seguente messaggio:
Quando sei venuto, mi hai detto quanto segue: “Darò a Gimil-Sin (il servitore di Nanni, ndr) lingotti di rame di ottima qualità”. Te ne sei andato allora ma non hai fatto quello che mi avevi promesso. Hai presentato davanti al mio messaggero dei lingotti che non erano buoni e hai detto: “Se vuoi prenderli, prendili; se non vuoi prenderli, vattene!”
Per chi mi hai preso, per trattarmi con tanto disprezzo? Ho inviato dei gentiluomini come noi a ritirare la borsa con i miei soldi (depositati presso di voi) ma voi mi avete trattato con disprezzo rimandandoli più volte a mani vuote e facendoli passare in territorio nemico. C’è qualcuno tra i mercanti che commerciano con Telmun che mi ha trattato in questo modo? Tu solo tratti il ​​mio messaggero con disprezzo!

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Per quella insignificante mina che ancora ti devo, ti prendi la libertà di avere questo atteggiamento, quando io ho anticipato 1080 libbre di rame al palazzo a tuo nome, e pure Umi-abum ha anticipato 1080 libbre, oltre a quanto abbiamo scritto su una tavoletta sigillata e custodita presso il tempio di Samas».

Nel testo Nanni proseguiva chiedendo a Ea-nasir l’intera restituzione del denaro. Dichiarava inoltre che per le successive consegne avrebbe provveduto personalmente a selezionare i lingotti di rame uno per uno nel suo cortile e avrebbe esercitato il diritto a rimandarli indietro in caso fossero nuovamente di pessima qualità.

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